«superticket» sanitario:

dieci regioni non lo applicano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. andychow
     
    .

    User deleted


    La nuova disposizione della manovra ha suscitato numerosi malumori: presto un tavolo per rivederla


    MILANO - Tra i vari aggravi imposti dalla manovra finanziaria del Governo, quello che sta creando maggiori polemiche, è il cosiddetto «superticket», ovvero l’introduzione di un ticket di 10 euro per le prestazioni diagnostiche e per le visite specialistiche oltre ai 25 euro per i codici bianchi al pronto soccorso. Mentre alcune regioni hanno subito adottato la nuova misura del ticket di 10 euro che va ad aggiungersi a quelli già esistenti per esami ed analisi (Lombardia, Lazio, Liguria, Puglia e Basilicata), altre non l’hanno ancora applicata (Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Marche, Campania e Calabria), in attesa di decidere, ove possibile, misure di contenimento della spesa sanitaria alternative al nuovo “balzello”.

    UN TAVOLO - Conscio delle polemiche, mercoledì il ministro della Salute Ferruccio Fazio aveva incontrato gli assessori alle Salute delle regioni: veniva garantita l' autonomia di scelta e «la possibilità per le Regioni di non applicare il ticket sulla specialistica di 10 euro purché adottino altre misure di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie equivalenti». E Fazio continuava: «Abbiamo concordato con le Regioni di aprire un tavolo tecnico per rimodulare la questione dei ticket. Si possono seguire due modelli: basarsi su quello della Lombardia, vale a dire per costo della prestazione, oppure, a mio avviso meglio ancora, su un concetto di appropriatezza». Dove per «appropriatezza», il ministro intende il superamento degli sprechi connessi a visite o prestazioni da pronto soccorso non necessarie. Giovedì il ministro è tornato sull'argomento promettendo un tavolo per rimodulare il superticket con le Regioni «entro settembre».

    I SINDACATI - Oltre alle regioni citate anche i sindacati sono nettamente contrari al superticket: «In tema di ticket sanitari ho visto che molte Regioni sono assolutamente non disponibili a questa operazione, che è una forma assolutamente ingiusta di prelievo ai cittadini. Mi auguro si costruiscano soluzioni diverse che non siano penalizzanti sul piano del diritto alla sanità per le persone» ha dichiarato Susanna Camusso, il segretario generale della Cgil .

    ESENZIONI - C'è poi il capitolo esenzioni: quasi metà della popolazione italiana non paga il ticket. «Il 46% dei cittadini italiani è esente dal pagamento, per un complessivo 61% delle ricette attinenti alle prestazioni ambulatoriali», ha dichiarato Fazio mercoledì. Nella fattispecie, ha aggiunto, «il 31% riguarda ricette per esenzioni da reddito, il 15% per malattia e un altro 15% per invalidità».

    IL «MODELLO» LOMBARDO -Ed ecco come funziona il modello lombardo: per le ricette fino a 5 euro non ci sarà nessun aggravio di spesa, mentre l'aumento del ticket sarà graduale per le altre prestazioni fino a un massimo di 30 euro in più per gli esami più complessi e quindi meno frequenti (ai 36 euro attuali di ticket andranno aggiunti 30 euro, quindi il totale da pagare sarà 66 euro). Ecco alcuni esempi dei ticket alla lombarda: un emocromo da 4 euro si continuerà a pagarlo in Lombardia 4 euro, 14 in Italia; una visita di controllo costerà al paziente lombardo 22,40 euro mentre in Italia il ticket sarà di 27,90. Invece per un esame più raro e impegnativo come la risonanza magnetica dell'addome si pagherà in Lombardia un ticket di 66 euro anziché i 46 previsti dalla norma nazionale.

    BALZELLO INIQUO - «Quello lombardo, sarebbe un modello interessante se fosse basato sul reddito. Così non è altro che spostare il peso dell'iniquità». Questo il commento di Francesca Moccia, coordinatrice del Tribunale dei Diritti del Malato- Cittadinanzaattiva. «Più in generale- continua- il superticket ci sembra un balzello in più che va a gravare sulle tasche degli italiani, già snervati dalle lunghissime liste d'attesa. Incentiva così i cittadini a rivolgersi al privato. Una manovra impopolare che tra l'altro non arricchirà le casse dello stato: si stima che contribuisca solo per il 6% della manovra». Come risolvere dunque i «buchi» della sanità nazionale?: «Basterebbe eliminare gli sprechi e favorire la "salute elettronica", ovvero la possibilità di pagare ricette e ticket online, eliminando tutti i legacci burocratici».

    Matteo Cruccu - Corriere della sera

    www.tribunaledirittimalato.cittadinanzattiva.it/
     
    .
0 replies since 23/7/2011, 14:36   65 views
  Share  
.