Lactucina e lactucarium

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  1. psynfected
     
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    Lactucina e lactucarium

    La lactucina (C11H14O4) è un composto organico presente in molte varietà di lattuga, con percentuali più o meno alte. Allo stato puro si presenta sotto forma di cristalli bianchi di forma romboide, inodore, neutra e dal sapore amaro. Gli effetti sull’organismo sono prevalentemente di tipo sedativo, molto simili a quelli dei principali oppiacei. I primi effetti analgesici si manifestano con dosi tra i 15 ed i 30 mg/kg, risultando simile – su questo frangente – all’ibuprofene.
    La lactucina è presente soprattutto nel lactucarium, chiamato anche oppio di lattuga, il quale viene estratto dalla Lactuca Virosa (o anche dalla cicoria - Cichorium intybus -, ma più raramente), ed ha l’aspetto dell’oppio, infatti la consistenza, il sapore ed il profumo sono praticamente i medesimi. In alcune occasioni viene, ma soprattutto veniva, usato come sostituto dell’oppio proprio perché presenta degli effetti simili a quest’ultimo, malgrado in forma più blanda. Inoltre non sembra creare dipendenza.
    Come detto in precedenza, la pianta più comune per estrarre il lactucarium, è la Lactuca Virosa, una pianta decisamente comune, di tipo annuale, che cresce soprattutto in luoghi aridi e ghiaiosi. Può raggiungere altezze considerevoli, anche oltre un metro crescendo su di un unico stelo. Essa contiene un fluido bianco appiccicoso ed amaro sia nello stelo che nelle foglie, che una volta essiccato può essere utilizzato per scopi medici – vedi proprietà sopra descritte. Oltre alla lactucina sono presenti anche altre sostanze, tra cui: lactupicrina, acido lactucico, e discrete quantità di lactucerina.

    Qui un elenco delle altre sostanze contenute della pianta: http://mindunpacked.com/risorse/lactuca_components.jpeg

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    ESTRAZIONE COMUNE

    Sono necessarie almeno 2 piante (fiorite) per ottere una quantità apprezzabile di lactucarium. Per estrarre il liquido procuratevi una piccola ciotola in vetro. Cominciate a spezzare i rametti secondari, dove si trovano i fiori, e mettete il liquido che fuoriuscirà nella ciotola. Continuate a spezzare i rametti circa ogni centimetro, e accumulate il succo sempre nella ciotola. Fate lo stesso con il gambo. Le foglie contengono poco “latte”, quindi potete scartarle. Estratto tutto il lactucarium possibile dovete lasciarlo essiccare: ponete la ciotola in luogo asciutto e buio per almeno due giorni, fino ad ottenere una pasta di color marrone scuro.

    ESTRAZIONE CHIMICA

    Almeno 20g di materiale seccato e privato delle infiorescenze viene messo ammollo in una soluzione di alcol etilico a 95% e lasciato riposare per almeno 24 ore, mescolando ogni tanto. La lactucina è molto solubile nell’alcol, quindi finirà in soluzione con quest’ultimo. Passate le 24 ore un deposito marrone si sarà formato sul fondo, quindi il materiale erbaceo dovrà essere rimosso, e successivamente porre ad evaporare il liquido. Per agevolare questa fase è possibile riscaldarlo con un fornello, mantenendo il liquido ad una temperatura non superiore ai 50° C. Evaporato tutto l’alcol sul fondo rimarrà il lactucarium, che sarà possibile asportare con una lametta.
    Quello che si otterrà sarà lactucarium, e non la lactucina pura, in esso sono infatti presenti altre sostanze della pianta solubili in alcol, come ad esempio la clorofilla. Per filtrare tutti questi componenti estranei è possibile porre nuovamente il lactucarium ottenuto in alcol ad altissima percentuale (~100%) e porre il tutto nel frigorifero, in modo da mantenere la temperatura molto bassa. Far evaporare e ripetere il procedimento fino ad ottenere dei cristalli i più puri possibili.
     
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  2. karashò
     
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    una volta fatta l'estrazione come deve essere assunto?
     
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1 replies since 12/6/2009, 22:41   2041 views
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