Ufficiale Sky: dal primo aprile Fiorello alla corte di Murdoch

Contratto di un anno. Si inizia con con la messa in onda del «Fiorello Show»

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  1. andychow
     
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    Fiorello: «Sono egocentrico,
    sperimento rischiando con Sky»

    Con un programma di quattro volte alla settimana per mezz'ora sul canale 109 Sky Vivo
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    MILANO-«Uno spettacolo che si apre a ventaglio, che può contenere molte cose diverse: interviste, momenti di show, ospiti insoliti che fanno gag con me, monologhi e spunti dalla cronaca per essere ogni giorno diversi»: sarà questo il Fiorello show che debutta a Roma il prossimo primo aprile e che in pillole da mezz'ora per quattro giorni a settimana andrà in onda su Sky dal 2 aprile. A raccontarlo è lo stesso Fiorello in un'intervista esclusiva a Valerio Staffelli (il tapiroforo di Striscia) per Tv Sorrisi e Canzoni, in edicola da oggi.

    Cinque pagine in cui lo showman più conteso racconta e si racconta. Fiorello risponde anche all'insinuazione che circola nel mondo della tv: c'è chi pensa che la scelta di andare a Sky sia legata alla paura di confrontarsi con la ghigliottina dell'Auditel. «Ho le prove per dire che è falso che io abbia paura dell'Auditel». Questo il suo ragionamento: nel 2008 ero su Raiuno e il mio show è stato il più visto dell'anno «quindi essendo una cosa che ho già fatto, voglio sperimentare. Ho fatto la tv del sabato sera, ho fatto il quiz preserale, ho rischiato, ho sempre cambiato. Per me sarebbe stato facile fare Stasera pago io a vita, era un programma di successo. Facile sarebbe stato continuare con il karaoke, facile continuare con Viva Radio2. Invece ora vado sulla piattaforma di Sky per vedere cosa succede». Onnivoro sulla tv, pilatesco sulla politica (posizione tipica di chi lavora in televisione), ecumenico sui colleghi.

    Ecco il Fiorello-pensiero. Il piccolo schermo: «Guardo sempre la tv, sono un blob vivente, guardo tutto ciò che mi capita a tiro, senza problemi o snobismi, dall'ultimo dei reality al primo dei documentari». La politica: «Sono di centro-nulla. La politica è al servizio di se stessa, del potere della politica». Però? «Evviva Veltroni che non si è attaccato alla poltrona e ha ammesso di non avercela fatta. Tornerà quando avrà nuove idee. Chapeau». Sui colleghi: buono con tutti. Claudio Cecchetto? «Geniale. I nostri rapporti altalenanti non mi impediscono di dire che è un genio, soprattutto sulla musica». Fabio Fazio? «Abbiamo avuto forse degli screzi. Secondo me, oggi è il più bravo di tutti a fare le interviste». Simona Ventura? «È un'amica, è la numero uno delle donne. Mi dispiace che ultimamente ci siano stati degli attriti».

    E Marco Baldini, la sua spalla storica? «Abbiamo smesso di fare Viva Radio2 per non ripeterci. Ovviamente gli ho proposto di collaborare con me, ma lui ha preferito fare La Fattoria. Ciò non vuol dire che si sia rotto qualcosa tra noi». Fiorello riconosce i suoi difetti: «Sono egocentrico, presuntuoso e voglio fare tutto io». Aggiunge: «Sono impulsivo. Però perdono, sempre. Ma non dimentico». «Lei ha un libro nero e io lo so», rivela Staffelli. Fiorello prima nega, poi ammette: «Ho un libro nero virtuale, nella mia testa, dove ho annotato nomi di persone che mi hanno fatto degli sgarbi». Lo showman parla anche del Festival di Saremo. Promosso il conduttore Bonolis, bocciato il vincitore Carta. Il primo: «Bonolis è stato veramente bravo, ha portato avanti un Festival che qualcuno aveva definito morente e ha fatto un eccellente lavoro». Il secondo: «Mi è piaciuta la canzone di Marco Carta? Così così. Anzi, a voler essere sincero, no. Mi sono piaciuti Nicky Nicolai e Francesco Renga». Fa la classifica delle cose che si è divertito a fare nel suo lavoro: «Metterei alla pari la radio e gli spettacoli dal vivo. La tv è terza». Aggiunge: «Il live non mente, il pubblico ti guarda e capisce persino il tuo stato d'animo, se sei carico o se sei arrabbiato». Rivela la sua insonnia: «Mi sveglio molto presto. Non riesco a dormire, la notte mi addormento subito, ma mi sveglio alle 4, alle 5. Poi non so cosa fare e mi giro i pollici fino alle 7». Ma la battuta migliore è sui suoi (lauti) guadagni: «Quando prendevo 120 mila lire al mese non c'era nessuno che mi diceva: "Quanto guadagni poco!"».

    Renato Franco- Corriere della sera



     
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