Raffreddore...Etciùùùù

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  1. Ciottolina23
     
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    Raffreddore

    Come l'influenza, il raffreddore è una malattia provocata da virus (una particolare famiglia battezzata rinovirus). Se trova condizioni favorevoli, il rinovirus attacca le cellule delle prime vie respiratorie; l'infiammazione che ne deriva provoca la dilatazione dei vasi sanguigni che irrorano la mucosa nasale, si richiamano così liquidi nella parte, si produce muco e il passaggio dell'aria viene ostacolato. Nel raffreddore il contagio può avvenire sia per via aerea (cioè per la presenza del rinovirus nell'aria) sia per contatto. Tuttavia, essendo il rinovirus piuttosto fragile, il passaggio da una persona all'altra avviene soprattutto per contatto.

    RAFFREDDORE: QUALE FARMACO USARE
    Il raffreddore non è causato da batteri, quindi non va mai affrontato con antibiotici. Non esistono rimedi che agiscano sulla causa, almeno per ora, e tutti i farmaci impiegati agiscono sui sintomi, liberano cioè il naso. Attualmente sue sono le grandi classi di sostanze impiegate a questo scopo: antistaminici e decongestionanti. - Gli antistaminici, come è noto, hanno la capacità di impedire l'azione di una sostanza prodotta dal sistema immunitario, l'istamina, responsabile delle reazioni infiammatorie tipiche delle allergie. Tuttavia, grazie al loro effetto sul sistema nervoso (effetto anticolinergico) riducono la produzione di muco e calmano lo stimolo della tosse; per questa ragione, oltre che contro le riniti allergiche, possono essere efficacemente usati anche per il raffreddore comune. Gli antistaminici sono disponibili per uso locale come i decongestionanti, ma è più facile che vengano impiegati per via orale. Gli antistaminici più spesso impiegati per il raffreddore sono: clemastina, desclorfeniramina, feniramina. - I decongestionanti in linea di massima appartengono alla classe dei simpaticomimetici e vengono usati localmente, come spray o nebulizzatori. Sono farmaci che stimolano l'azione del sistema nervoso simpatico. Il meccanismo d'azione dei decongestionanti consiste nel far sì che i vasi sanguigni della mucosa si contraggono, in modo da ridurre il gonfiore dovuto al maggior afflusso di liquidi e, nel contempo, diminuire la produzione di muco. I decongestionanti sono disponibili anche per via sistemica (orale): in capsule o compresse. Le sostanze di questo gruppo più spesso impiegate sono: efedrina, fenilefrina, nafazolina, norefedrina, oximetazolina, pseudoefedrina, xilometazolina. Spesso queste sostanze, nelle preparazioni in capsule o confetti, vengono associate ad antidolorifici-antifebbrili (aspirina, paracetamolo) per contrastare febbre e mal di testa.

    Principi attivi
    Clemastina
    Desclorfeniramina
    Feniramina
    Spray e nebulizzatori
    Capsule e compresse

    Avvertenze, controindicazioni ed effetti collaterali
    I decongestionanti per uso locale (gocce e spray nasali) dovrebbero essere impiegati alla minima dose efficace, tenendo presente che possono passare anche diversi minuti prima che facciano sentire il loro effetto. Se si ha bisogno di un'azione prolungata contro il raffreddore è meglio ricorrere alle preparazioni decongestionanti per via orale, che impiegano più tempo a esercitare il loro effetto ma offrono una copertura prolungata nel tempo. Se usati per più di 3-4 giorni e con parecchie applicazioni al giorno, possono peggiorare il disturbo. Infatti, se si sospende il farmaco un periodo di uso intenso, per reazione i vasi sanguigni della mucosa nasale si dilatano in misura notevole, peggiorando la congestione. I decongestionanti simpaticomimetici dovrebbero essere usati con molta cautela dalle persone che soffrono di malattie cardiache, ipertensione, ipertiroidismo e diabete. In tutti questi casi è bene avvertire il farmacista del proprio stato, così che possa consigliare un farmaco più adatto. Attenzione anche per le donne in gravidanza e in allattamento, mentre per i bambini è necessario seguire la posologia ridotta indicata nei foglietti illustrativi. I preparati a base di antistaminici hanno il principale inconveniente di causare sonnolenza, cosa che li rende sconsigliabili se si devono svolgere attività che richiedono attenzione come guidare, manovrare macchine eccetera. Per la stessa ragione è bene non associare agli antistaminici sonniferi o tranquillanti, e nemmeno l'alcol. Gli antistaminici vanno impiegati con cautela, se non evitati, da chi soffre di disturbi alla prostata o della malattia dell'occhio chiamata glaucoma. La stessa attenzione dovrà osservare chi soffre di malattie del fegato croniche (per esempio la cirrosi) e le donne in gravidanza. Raramente, in presenza di dosaggi elevati o nei bambini, gli antistaminici possono produrre, anziché sonnolenza, uno stato di eccitazione chiamato effetto paradosso.
     
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  2. chioccoli
     
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    E mai le autosomministrazioni senza consultare un medico... sopratutto se si tratta di bambini!!!

    :-)
     
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1 replies since 21/3/2008, 19:30   181 views
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