Le allergie primaverili...

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  1. chioccoli
     
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    Fattori ereditari e ambientali rovinano l’arrivo della bella stagione: ecco i rimedi e le cure principali

    L’inverno mite di cui abbiamo goduto quest’anno ha anticipato i tempi della primavera. E chi soffre di allergie ai pollini è già alle prese con i fastidi di stagione. Fastidi particolarmente pesanti per quei bambini – la statistiche parlano di un 10% della popolazione scolastica - che, spesso, vedono compromessa la serenità di condividere giochi e divertimenti all’aria aperta con i compagni.

    Come si manifesta l’allergia
    La rinocongiuntivite allergica ai pollini è una patologia la cui incidenza è in costante aumento nella popolazione negli ultimi decenni e si calcola che circa il 15% dei pazienti con rinite, sia affetto anche da asma. I sintomi della rinite sono ben noti a tutti, essi consistono prevalentemente in starnuti, scolo nasale limpido, ostruzione nasale, prurito o pizzicore al naso o in fondo alla gola, vengono considerati anormali se durano almeno un’ora al giorno per diversi giorni o se compaiono in relazione alla esposizione ai pollini. Oltre ai classici sintomi nasali, il bambino con rinite allergica presenta un aspetto caratteristico in quanto ha spesso le "occhiaie", respira costantemente a bocca aperta e può presentare un ruga orizzontale sul naso, effetto del continuo strofinamento del naso all’insù.

    Le cause principali
    I tipi di polline a cui si è sensibili, variano a seconda delle diverse aree geografiche del mondo, così in Scandinavia sono più frequenti le allergie alla betulla, in Gran Bretagna alla graminacee, nell’area mediterranea all’olivo e alla parietaria. Sono prevalentemente più colpiti i bambini rispetto alle bambine. Oltre ai fattori ereditari (bambini di madri allergiche hanno oltre il 60% di probabilità di essere allergici anch’essi) entrano notevolmente in gioco anche i fattori ambientali. In primo luogo il fumo di sigaretta contribuisce alla sensibilizzazione allergica, tanto è vero che il rischio di rinite in quei bambini che vivono in ambienti umidi e caldi (quali sono le case moderne) insieme a genitori che fumano è più alto. Anche l’inquinamento ambientale e l’assunzione precoce di allergeni alimentari "maggiori" quale latte e uovo, possono contribuire ad una precoce sensibilizzazione allergica.

    La diagnosi e la terapia
    Una volta sospettata la rinite allergica, si dovrà ricorrere ad una visita da un otorino per escludere altre patologie, quindi si procederà ad eseguire le prove allergiche cutanee mediante Prick test, per avere la conferma dell’allergene interessato e, nel caso di risposta dubbia o se non fosse possibile eseguire il Prick, si ricorrerà alla ricerca degli anticorpi specifici nel sangue.
    Per il trattamento della rinite allergica stagionale, sono oggi disponibili vari farmaci, ognuno dei quali ha un proprio meccanismo specifico di azione per cui può rivelarsi efficace l’uso di una combinazione di farmaci con differenti attività farmacologiche. Il primo posto va agli antistaminici, farmaci dotati della capacità di bloccare l’azione dell’istamina, la molecola liberata durante la reazione allergica e a cui sono da imputare la maggior parte dei sintomi della rinite.
    Gli antistaminici oggi in commercio non hanno quasi più l’effetto sedativo, maggiore controindicazione al loro uso, inoltre è stata recentemente introdotta in commercio una molecola somministrabile per via nasale che riduce ancora di più gli effetti indesiderati. Gli antistaminici hanno efficacia nei riguardi degli starnuti, del prurito nasale e soprattutto dello scolo nasale, ma hanno poca efficacia sulla ostruzione. Per la cura di questa si ricorre ai corticosteroidi topici che si sono rivelati efficaci a ridurre l’edema della mucosa nasale permettendo una respirazione regolare e migliorando la qualità di vita del paziente retinico.
    I nuovi corticosteroidi per via intranasale possono essere dati anche una sola volta al giorno e per lunghi periodi con scarsi effetti collaterali sia a livello locale che a livello sistemico. E’ importante sapere che il massimo beneficio di tale trattamento non si ottiene subito, ma viene raggiunto dopo alcuni giorni, per cui è bene associare un altro farmaco, il disodio cromoglicato (Dscg) o una sua forma evoluta (come il nedocomile sodico) che agiscono stabilizzando la membrana dei mastociti (le cellule produttrici di istamina) in modo da non farli "scoppiare" e diminuendo il loro accumulo sulla mucosa nasale. Questi sono farmaci particolarmente sicuri in quanto i loro effetti collaterali sono minimi o del tutto assenti; è importante precisare che affinché la loro azione raggiunga il massimo dell’efficacia, vanno assunti ai primi sintomi di rinite se non prima ancora, quando la stagione primaverile fa capolino sui prati con le prime fioriture. Il loro uso precoce, insieme agli antistaminici per tutto il tempo della pollinazione, può già da solo essere efficace per combattere i sintomi ed evitare il ricorso ad altri farmaci tra i quali vanno assolutamente esclusi i vasocostrittori nasali che, se pur presentano una immediata efficacia sulla respirazione, portano col tempo a dei danni irreparabili sulla mucosa.

    L’utilizzo dei vaccini
    Nel caso che i sintomi non siano o siano solo parzialmente dominabili con la terapia farmacologica, si ricorre all’uso dei vaccini desensibilizzanti specifici. E’ un trattamento a lungo termine di dosi crescenti di estratti allergenici cui segue una fase di mantenimento che va protratta per almeno tre anni. Gli estratti allergenici possono essere attualmente somministrati attraverso tre vie: la iniettiva sottocutanea, l’intranasale e per via orale. E’ questa una scelta che va lasciata allo specialista che dovrà scegliere il tipo e la via di somministrazione del vaccino e dovrà controllare periodicamente il paziente per valutarne l‘efficacia e soprattutto la comparsa di effetti collaterali.


    da guidagenitori

     
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0 replies since 5/2/2008, 08:53   677 views
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