Pipì a letto?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. chioccoli
     
    .

    User deleted


    Con la parola "enuresi" definiamo il passaggio involontario di urine durante il sonno più di una volta al mese.

    L'enuresi è un fenomeno molto comune:

    a 3 anni il 40% dei bambini ha enuresi

    a 4 anni il 30%

    a 5 anni il 20%

    a 6 anni il 10%

    a 8 anni il 7%

    a 12 anni il 3%

    a 18 anni l'1%.

    L'enuresi si si potrebbe considerare "normale" fino all'età in cui il controllo minzionale notturno potrebbe non essere ancora stato acquisito, ovvero fino a 5-6 anni. Crescendo in età, come si vede dalle percentuali, l'enuresi tende a risolversi spontaneamente anche se lo 0,5% degli adulti potrebbe ancora non aver risolto il problema.

    Seppur si possa ritenere "normale" l'enuresi fino a questa età, bisogna sempre prendere in considerazione che questo evento, anche se vissuto in un contesto familiare accogliente, viene sempre interpretato dal bambino e ancor più dal ragazzo e dall'adolescente, come un evento frustrante e che lo rende diverso, per cui è sempre opportuno considerare attentamente il suo comportamento e la sua autostima, per evitare spirali psicologiche negative.

    I bambini che hanno enuresi più a lungo hanno spesso ereditato questa "caratteristica" dai genitori e questo ci fa comprendere la forte componente "ereditaria" del disturbo.

    Malattie dei reni o della vescica sono causa rarissima di enuresi.

    Poco frequenti, come responsabili, sono anche i disturbi emotivi, che invece possono comparire secondariamente se i genitori assumono nei confronti del bambino un "atteggiamento aggressivo" ritenendoli, a torto, responsabili del problema.

    Il bambino non va perciò considerato un malato! Il suo problema va valutato nella sua reale entità come un semplice ritardo della maturazione renale, vescicale e/o ormonale che, se affrontato serenamente, eviterà disagi e frustrazioni almeno nel bambino piccolo (sotto i 5 anni) affrontandolo e spesso risolvendolo con le misure appropriate all'età e alla condizione clinica che non è uguale per tutti.


    L’enuresi può essere suddivisa in:

    Primaria o primitiva: il bambino non e mai stato asciutto di notte

    Secondaria o regressiva: il bambino, in precedenza continente, inizia a bagnare di nuovo il letto.

    L’enuresi primaria è spesso familiare-genetica, mentre la secondaria è spesso legata a conflitti psicologici insorti in una fase successiva (nascita fratello, inserimento in asilo, ecc.) anche se bisogna lasciare al medico la possibilità di valutare la presenza, seppur raro, di cause organiche.



    SEMPRE VA PREVENTIVAMENTE ESCLUSO:

    Che non ci siano possibili cause organiche:

    che di giorno il bambino non si bagni e che non vi sia gocciolamento di urina
    che il getto sia valido
    che non vi sia una infezione delle vie urinarie (IVU)

    Se vi sono i segni sopra riferiti sarà il clinico a considerare la necessità di un approfondimento della funzione neurologica vescicale

    Che non ci siano cause psicologiche:

    disturbi emotivi del bambino in seguito a conflitti intrafamiliari (specie carente accettazione da parte dei genitori) o, al contrario, bambini troppo amati, iperprotetti talmente da essere incapaci di assumersi responsabilità per se stessi;

    tentativo da parte del bambino di attirare attenzione (anche negativa);

    tentativo da parte del bambino di esercitare potere sui genitori;

    incapacità da parte dei genitori di porre limiti al comportamento negativo del bambino offrendogli supporto affettivo per i comportamenti positivi (attenzione);

    disturbo percettivo, per cui il bambino effettivamente non è in grado di avvertire lo stimolo durante la notte.
    Nei gruppi 2, 3, 4 il comportamento enuretico viene ripetuto e strutturato perchè apporta vantaggi che agiscono di rinforzo positivo al comportamento negativo.


    Sotto i 6 anni non è consigliato alcun trattamento farmacologico ma si possono seguire i seguenti consigli pratici per l'educazione degli sfinteri:

    Cercare di non somministrare liquidi dopo cena.

    Far urinare il bambino prima di andare a letto.

    La punizione o l'umiliazione del bambino da parte dei genitori è assolutamente da proscrivere.

    Spiegargli cosa sta succedendo e perchè bagna la notte mentre i suoi compagni o fratelli non lo fanno.

    Svegliare il bambino durante la notte per portalo in bagno più volte talora non è utile perchè può generare in lui uno stato irritativo reattivo. E’ utile tentare ma, se mostra segni di insofferenza è preferibile interrompere questa prassi.

    Utile, durante il giorno, insegnare al bambino dei piccoli esercizi volti ad allenare la vescica a contenere una quantità superiore di liquido. A questo scopo e consigliabile abituarlo a interrompere il getto una volta iniziato o a riempire sempre di più la vescica prima di correre a vuotarla. Il bambino terrà un piccolo diario e si farà acquistare un bicchiere graduato per verificare e registrare le capacita vescicali di volta in volta raggiunte (“il record”). Normalmente la capacita vescicale iniziale (circa 150-200 cc) viene raddoppiata nel giro di 2-3 settimana.

    Usare dei pannoli mutandina per evitare che al mattino si svegli nel bagnato.

    Gratificarlo sempre per i record raggiunti!


    Sopra i 6 anni, se tutti i sistemi tentati sono falliti, si può tentare la TERAPIA FARMACOLOGICA, dopo ovviamente un approccio clinico adeguato al suo inquadramento:

    Farmaci analoghi dell’ormone antidiuretico (DDAVP) sono indicati soprattutto elle forme monositomatiche e spesso sono altamente efficaci simulando l'azione della vasopressina, l'ormone che regola la contrazione della diuresi di notte e che in questi bambini presenta bassi livelli. Il trattamento deve protrarsi al massimo per 6 mesi e deve essere ridotto con estrema lentezza. Alle dosi usuali gli effetti collaterali sono nulli. Si considereranno "responders" alla terapia coloro che avranno 6/7 notti asciutte/settimana; "partial responders" 6/5 notti asciutte/settimana, "non responders" 0/3 notti asciutte/settimana.

    Esistono altre terapie famacologiche a base di farmaci anticolinergici che potranno essere associati o utilizzati in alternativa alla desmopressina ma sempre sotto controllo medico in quelle forme più complesse, soprattutto se associate ad iperattività vescicale.

    :D

    Dr. Raffaele D'Errico medico-chirurgo specialista in pediatria
    pediatric.it

     
    .
0 replies since 31/1/2008, 17:18   847 views
  Share  
.