Pronto soccorso

per lattanti e bambini

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  1. @theprincess
     
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    :/feb/: IL PRIMO SOCCORSO AI VOSTRI BAMBINI :/feb/:

    Questo non vuol essere un trattato scientifico di pediatria né - tanto meno - un trattato medico. Sono e devono rimanere delle semplici nozioni di primo soccorso - di carattere divulgativo - da utilizzare negli incidenti più comuni a cui neonati, lattanti o bambini possono andare incontro. Tali nozioni hanno l’obiettivo di fornire ai genitori un'educazioni sanitaria (da diffondere socialmente il più possibile) che li renda in grado di sapere affrontare tali situazioni, più o meno critiche, senza farsi prendere dal panico, senza commettere pericolosi errori ed iniziare a mettere in atto delle manovre corrette o ad instaurare le prime cure. Si tiene a precisare che, queste nozioni, non vogliono in alcun modo essere un sostituto dell'atto medico stesso e che è comunque opportuno rivolgersi al proprio pediatra di fiducia.

    Potrebbe, invece, diventare uno strumento per rincominciare a prendersi cura di se stessi e dei propri cari direttamente nelle situazioni di “non pericolo di vita”, lasciando, come avveniva fino a non moltissimi anni fa, anche al tempo la possibilità di poter lenire, senza demandare la responsabilità ai Sanitari anche su ogni minimo incidente che occorre. Come è noto nessuno ha la bacchetta magica per guarire immediatamente tutti da tutto.

    Le nozioni di questo documento derivano da trattati di pronto soccorso, pubblicazioni, linee guida IRC (italian Resuscitation Council) e non ultimo da esperienze lavorative personali.


    AVVELENAMENTO

    I bambini sono particolarmente soggetti alle intossicazioni accidentali domestiche per la facilità con la quale ingeriscono i prodotti più disparati: insetticidi, detersivi o medicinali, spesso lasciati incustoditi o tenuti in maniera disordinata. E' stato rilevato, statisticamente, che gli incidenti tossicologici pediatrici sono favoriti da un ambiente domestico povero e trascurato. Tutte queste sostanze "non alimentari" sono capaci di produrre effetti indesiderati, dannosi e tali - a volte - da provocare anche la morte.


    Sintomi

    Ogni tossico che non agisce "per contatto", ma "per assorbimento" da una sintomatologia diversa a seconda della propria composizione chimica. I sintomi, generalmente, non sono molto precoci, in quanto queste sostanze hanno appunto bisogno di essere assorbite dall'organismo. Se, invece, i veleni assorbiti sono degli acidi o basi forti, si ha un immediato dolore e bruciore a causa delle ustioni chimiche su tutte le mucose degli organi con cui sono venuti a contatto (bocca, faringe, laringe, esofago, stomaco,…). L'ingestione di cospicue quantità di acido muriatico, per esempio, può anche causare la morte del bimbo tra atroci sofferenze per la perforazione degli organi dell'apparato digerente. E' chiaro che tutte le ingestioni di tossici, a maggior ragione nei bambini, se non trattate portano ad un pericolo di vita.


    Cosa fare

    Innanzitutto prevenire: come consigliato sulle etichette d'ogni potenziale tossico, "tenere lontano dalla portata dei bambini";

    Se ci si accorge che il bambino ha ingerito dei farmaci accidentalmente da non più di 4 ore, è necessario:

    Cercare di provocare il vomito con la stimolazione digitale del faringe (in verità nei trattati medici è sempre sconsigliata la provocazione del vomito negli avvelenamenti, ma se siate certi che si tratta di farmaci, se ve la sentite potete tentare la manovra stando attenti a far si che il bimbo non si soffochi);

    Accompagnare immediatamente in Pronto Soccorso il bimbo portando con se la confezione del farmaco e cercando di capirne la quantità assunta ed il tempo trascorso dall'assunzione.

    Se il bimbo ha ingerito soluzioni tipo detergenti, disinfettanti o solventi o comunque tossici non ben conosciuti, è necessario:

    Non provocare il vomito;

    Accompagnare immediatamente il bimbo in un pronto Soccorso. Se ci si trova in località disagiate valutare l'invio di Elisoccorso tramite allertamento del 118;

    Portare all'attenzione dei sanitari la confezione con tanto di libretto delle istruzioni se presente (su di esso c'è la composizione chimica utile al Centro Antiveleni per trovare l'antidoto o la cura da seguire, in alcuni casi è riportato direttamente l'antidoto della data sostanza) e specificarne la quantità assunta e l'ora dell'assunzione.

    Se non ci sono etichette o confezioni portare direttamente la sostanza;

    Se il bimbo perde coscienza il sostegno delle attività vitali diventa prioritario, si rimandano quindi gli interventi al capitolo sul Pediatric Basic Life Support.

    Cosa non fare

    Non provocare il vomito se non si è certi che il tossico ritransitando per le vie dell'apparato digerente non causi ulteriori danni;

    Non somministrare latte: non è assolutamente un antidoto universale;

    Non perdere assolutamente tempo.


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    CONTUSIONE

    E' la conseguenza di un trauma diretto su un distretto del corpo umano. Il traumatismo può avere conseguenze diverse, più o meno importanti, a seconda del distretto colpito e della cinetica dell’evento. Le contusioni sono di solito infrequenti nei neonati e nei lattanti (salvo il trauma cranico) per la loro limitazione nei movimenti; diventano sempre più frequenti in età pediatrica, soprattutto quando il bambino comincia a praticare attività sportive e ad interagire con mezzi ausiliari (vedi bicicletta).

    Sintomi:

    Dolore immediato e localizzato;
    Tumefazione localizzata.

    In caso di forti traumatismi ed a seconda del distretto colpito si può arrivare a:

    Dolore al movimento;
    Ematomi.
    Cosa fare:
    Riposo immediato;

    Ghiaccio localmente, ad intervalli e mai direttamente sulla cute (interporre una pezzuola per evitare ustioni da freddo);

    Analgesici al bisogno (fino ai 6 anni di età è consigliabile l’uso della sola tachipirina, in ogni caso far capo al proprio pediatra).

    Applicazione di pomate tipo Lasonil o Reparil solo dopo almeno un paio di giorni dal trauma e solo se compare l’ematoma (tali pomate sono degli antiaggreganti e servono per far riassorbire gli ematomi, se applicate immediatamente ne favoriscono la comparsa!).

    Recarsi in un Pronto Soccorso se il bambino presenta forte dolore non regredibile, abbondante tumefazione o deformazione del segmento. In questi casi ci può essere un sospetto di frattura e, quindi, può essere necessaria un’indagine radiografica.

    Cosa non fare:

    Applicazioni calde;
    Applicazioni di pomate immediatamente;
    Massaggiare la parte colpita;
    Applicare bendaggi stretti o compressivi.

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    CONVULSIONI FEBBRILI

    In alcune situazioni, le malattie dei bambini scatenano un elevato innalzamento della temperatura durevole nel tempo, questa condizione di sofferenza può scatenare le cosiddette "Convulsioni". Le convulsioni sono una serie di movimenti involontari, disorganizzati e frequenti con contrazioni e distensioni ripetute della muscolatura (tonia e clonia), associate a perdita di coscienza. Le malattie che - con maggiore frequenza - possono scatenare crisi convulsive, a causa delle alte temperature, sono: le infezioni catarrali delle alte vie respiratorie, il morbillo, ma anche le malattie intestinali o le otiti. Generalmente, il primo attacco si manifesta tra i 12 mesi ed i 3 anni, il fatto che si verifichi prima o dopo questo periodo - in cui i tessuti cerebrali del bimbo sono in formazione - complica le cose. Statisticamente il 4% dei bambini sotto i 5 anni ha sofferto di uno o più episodi convulsivi, i maschi in misura doppia. Danno inoltre predisposizione una certa familiarità ed eventuali pregresse lesioni cerebrali (asfissie durante il parto, traumi cranici gravi…). Nel 5% dei bambini che hanno avuto crisi convulsive si sviluppa in seguito l'epilessia vera e propria.

    Sintomi:

    Febbre molto alta: 40°C (iperpiressia), con tutte le manifestazioni associate.

    Attacco convulsivo tonico-clonico con perdita di coscienza.

    Possibile momentanea asfissia con cianosi per contrazione dei muscoli respiratori.

    Durata della crisi di circa 15 minuti.

    Successivamente, passata la crisi, sonno e stanchezza.

    Cosa fare:

    Innanzitutto prevenire la crisi evitando che la temperatura salga e si mantenga su valori rischiosi.
    Monitorare frequentemente la febbre ed all'occorrenza eseguire spugnature umide da tiepide fino a fredde e somministrare antipiretici.
    Trasportare sempre e celermente in ospedale, meglio se con un reparto di pediatria.
    Tenere leggermente iperestesa la testa per garantire la pervietà delle vie aeree.
    Evitare che il bimbo durante i movimenti incontrollati possa farsi male, ma senza contenerlo di forza.
    Onde evitare che le convulsioni prolungandosi creino danni cerebrali, sarebbe consigliabile, prima del trasporto, somministrare degli anticonvulsivanti, sempre secondo il parere del medico.
    Somministrare antipiretici e tenere il bambino spugnato fino all'arrivo in ospedale per cercare di abbassare la temperatura.

    In casi "logisticamente" particolari, valutare la possibilità di chiamare la guardia medica o di allertare il 118 N.B. L'anticonvulsivante per antonomasia è il Diazepam (Valium). Per i bambini si trova in commercio un preparato pronto per la somministrazione per via rettale (via preferenziale in corso di convulsioni perché meglio accessibile rispetto a quella orale e di veloce assorbimento). Questo preparato (si chiama MICRONOAN) dovrebbe essere tenuto in casa, pronto ad ogni evenienza, dai genitori di bambini che hanno già avuto crisi convulsive. Sentendo il parere del proprio pediatra, potrebbe essere utile che tutti i genitori lo tenessero, in caso di improvviso bisogno, nel proprio armadietto dei farmaci.

    Cosa non fare:

    Farsi prendere dal panico, la risoluzione è complessivamente rapida.

    Coprirlo ulteriormente per un senso di protezione verso il bimbo.

    Somministrare altri farmaci senza il parere medico.

    Non guidare come pazzi mentre ci si dirige in ospedale.

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    CRISI D'ASMA

    E' una situazione in cui si verifica - a livello polmonare - una diffusa ostruzione bronchiale per la contrazione della muscolatura degli stessi. Tale contrazione è dovuta all'azione irritante sulle terminazioni nervose di trachea e bronchi da parte di svariate sostanze. Nei bambini in età prescolare gli agenti irritanti - maggiormente implicati in questi processi - sono costituiti da infezioni batteriche o virali; nelle asme allergiche sono implicati agenti allergizzanti come polveri o pollini o farmaci a cui il bimbo è sensibile. Altre volte la crisi può essere scatenata da fumo di tabacco o anche dall'inalazione di aria fredda, per esempio, durante uno sforzo fisico. Chiaramente esistono bambini predisposti geneticamente ad avere crisi d'asma ed anche ambientalmente più esposti (inquinamento dell'aria).

    Sintomi

    Da una situazione di apparente benessere in un bimbo esposto a particolari situazioni come fioritura, sforzo fisico, o infezione, può verificarsi la cosiddetta crisi asmatica che si manifesta con:

    Dispnea intensa;

    Respiro fischiante prevalentemente espiratorio;

    Tosse secca con scarso espettorato;

    Spesso rinocongiuntivite (ipersecrezione di muco dal naso, lacrimazione degli occhi…);

    Pallore, sudorazione e tremore;

    Nelle crisi più gravi anche cianosi (colorazione scura delle estremità del corpo per scarsa ossigenazione del sangue);

    Le crisi più leggere possono risolversi spontaneamente dopo mezz'ora o un'ora, mentre le situazioni più gravi richiedono un intervento farmacologico.

    Cosa fare

    Se il vostro bimbo, per la prima volta, comincia ad accusare difficoltà respiratoria improvvisa che va aggravandosi, sentite durante le espirazioni dei fischi e la sintomatologia si sovrappone a quella sopra descritta, accompagnatelo immediatamente dal pediatra o meglio in un Pronto Soccorso in modo che venga inquadrato correttamente e curato con aerosolterapia ed ossigeno, e, nei casi più urgenti, con antistaminici e fleboclisi a base di cortisonici e broncodilatatori. La risoluzione è solitamente veloce.

    Se il vostro bimbo ha già avuto precedentemente delle crisi d'asma e quindi ne conoscete la predisposizione o se soffre effettivamente di asma, è probabile che vi abbiano già prescritto dei broncodilatatori commercialmente venduti sotto forma di "spray" (le cosiddette pompette) da inspirare o degli aerosol da preparare in casa con cortisonici e broncodilatatori. Queste terapie, che generalmente i genitori dei bambini asmatici o soggetti a crisi conoscono bene, sono efficaci se instaurate ai primi sintomi. Se la crisi comincia a farsi severa ed il bimbo mostra grosse difficoltà a respirare, è bene non perdere tempo e ospedalizzarlo. Nei bambini che soffrono di asma allergica è possibile instaurare una terapia risolutiva mediante vaccini iposensibilizzanti da praticare dopo che si sono isolati gli agenti che scatenano la reazione allergica.

    Cosa non fare

    Non sottovalutare;

    Non cominciare terapie "non convenzionali", se la situazione precipita potrebbe essere rischioso per il bambino;

    Non somministrare farmaci che non siano stati già prescritti dal vostro pediatra per la risoluzione delle crisi asmatiche di vostro figlio.

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    DISSENTERIA

    Consiste nell'emissione di feci molli o liquide in più scariche giornaliere. L'emissione di feci più o meno liquide è legata ad un aumento del contenuto in acqua che proviene in parte dalle bevande e dagli alimenti ed in parte dalle secrezioni ghiandolari di tutto l'apparato digerente (saliva, succhi gastrici, secreti duodenali…). Escludendo le forme più gravi e fortunatamente rare nel nostro Paese come quelle legate a tifo, salmonella, colera, amebiasi, ecc., le diarree acute sono generalmente legate ad infezioni di tipo virale, che causano gastroenteriti o tossiche se legate all'assunzione di cibi come per esempio i funghi. In alcuni casi, si parla di tossinfezione alimentare quando la diarrea si sviluppa contemporaneamente in più persone che hanno assunto lo stesso cibo avariato (carni in scatola, gelati, conserve…). Le diarree virali generalmente si risolvono spontaneamente o con l'aiuto di una cura farmacologia nel giro di due o tre giorni. Il rischio maggiore è però legato alla disidratazione, dovuta ad una grossa perdita di liquidi, soprattutto se la dissenteria - come spesso accade- è associata a febbre e vomito. Se le scariche sono molto frequenti e dopo 24 ore non accennano a diminuire, soprattutto nel lattante e nel bambino, ed i liquidi non sono debitamente reintegrati, si può andare incontro ad un pericoloso squilibrio idro-elettrolitico che potrebbe richiedere, se trascurato, anche il ricovero del bimbo in un reparto pediatrico.

    Cosa fare

    Nei bambini con meno di un anno di età:

    Tenere il bimbo a dieta idrica, con somministrazioni frequenti di bevande zuccherate come the, tisane, camomilla, ecc.;

    Riprendere gradualmente la dieta abituale se la sintomatologia regredisce;

    Rivolgersi al proprio pediatra o ad un Pronto Soccorso pediatrico se la dissenteria non accenna a diminuire dopo 24 ore, se le feci hanno un aspetto od un colore inconsueto (presenza di sangue, aspetto tipo acqua di riso, eccessivo muco…) o se il bambino comincia a mostrare segni di disidratazione (secchezza della cute e delle mucose, poca urina, pianto senza lacrime, eccessiva sonnolenza o stanchezza o confusione);

    Mantenere monitorata la temperatura corporea.

    Nei bambini con più di un anno di età:

    Dieta idrica il primo giorno (the, camomilla, succhi di frutta, brodo), semiliquida il secondo (minestrina, semolino…), in bianco il terzo (riso in bianco, carni magre lesse o ai ferri,), evitando sempre latte e latticini, grassi animali e sughi fino a completa risoluzione della sintomatologia;

    Cercare di far bere liquidi proporzionalmente alle perdite;

    Monitorare la temperatura corporea;

    Recarsi dal pediatra nel caso in cui la dissenteria non accenni a diminuire dopo 24 ore, per la prescrizione di una eventuale terapia di supporto con fermenti lattici, antispastici o altro e per un controllo delle condizioni generali del bimbo;

    Recarsi immediatamente dal pediatra o in un Pronto Soccorso pediatrico se le feci hanno un aspetto od un colore inconsueto (presenza di sangue, aspetto tipo acqua di riso, eccessivo muco…) o se il bambino comincia a mostrare segni di disidratazione (secchezza della cute e delle mucose, poca urina, pianto senza lacrime, eccessiva sonnolenza o stanchezza o confusione).

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    DISTORSIONE

    E' la conseguenza di un movimento improvviso e forzato di un'articolazione che provoca una momentanea perdita dei rapporti tra le ossa della stessa, con uno stiramento - più o meno grave - delle strutture che la contengono (muscoli, legamenti, tendini, capsula articolare…). E’ bene distinguere la distorsione dalla semplice storta che è una manifestazione più lieve, senza danni alle strutture articolari, e quindi con sintomatologia nulla o limitata ad una temporanea dolenzia. Come per le contusioni sono più frequenti in età pediatrica piuttosto che fra i lattanti o i neonati. Le distorsioni più frequenti sono quelle di caviglia, polso, dita, ginocchio e del rachide cervicale negli incidenti stradali. Nei bambini sono comunque poco frequenti, anche perché le strutture articolari sono ancora in formazione e quindi elastiche.

    Sintomi:

    Dolore localizzato ed immediato;

    Tumefazione locale e progressiva per travasi di liquidi e di sangue;

    Dolore al movimento o al carico sull’articolazione che comunque resta possibile.

    Cosa fare:
    Mettere a riposo assoluto l’articolazione, possibilmente in posizione sollevata rispetto al corpo (“arto in scarico”);

    Applicare ghiaccio od impacchi freddi ad intervalli;

    E’ consigliabile la valutazione del pediatra e se la manifestazione è molto importante può essere utile recarsi in un Pronto Soccorso per un indagine radiografica ed una valutazione ortopedica;

    Analgesici se il dolore è molto forte (Tachipirina od antinfiammatori su prescrizione medica).

    Cosa non fare:
    Confezionare bendaggi stretti e compressivi senza avere le giuste conoscenze;

    Applicare pomate (soprattutto immediatamente dopo il trauma);

    Massaggiare o far manipolare l’articolazione prima di aver escluso la presenza di fratture.

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    EPISTASSI

    Emorragia proveniente dalle narici del naso, il cui sanguinamento può essere più o meno cospicuo e può avere varie cause. Nei bambini sani è spesso dovuto ad una fragilità congenita dei capillari che irrorano le mucose delle narici. Si innesca, generalmente, un'epistassi in concomitanza di un raffreddore che irrita le mucose: il continuo soffiarsi il naso provoca la rottura del vaso sanguigno e - quindi - il sanguinamento. Un'altra causa, molto frequente, é quella traumatica: un pugno od una pallonata sul naso possono causare la rottura dei capillari, soprattutto se già fragili per il motivo spiegato sopra. Nell'adulto - oltre a queste cause - si aggiunge frequentemente un problema di ipertensione arteriosa. Un altro fattore predisponente, ma raro nei bambini che non hanno patologie rilevanti di fondo, è una coagulazione con fattori molto bassi: in questi casi, un minimo colpo può provocare un sanguinamento difficile da tamponare.

    L'epistassi può essere di due tipi: anteriore o posteriore. La differenza sta nel fatto che quella anteriore proviene da una "rottura" capillare nelle narici ed è facilmente tamponabile, mentre quella posteriore deriva da dietro i turbinati del naso e la si può tamponare solo in un Pronto Soccorso o dall'otorinolaringoiatra con un'apposita sonda. Se durante l'epistassi - tenendo la testa dritta od in posizione neutra - si ha un sanguinamento dal naso si tratta di epistassi anteriore, se invece il sangue si riversa in gola, si tratta di epistassi posteriore e - in questo caso - è meglio recarsi in un Pronto Soccorso.

    Cosa fare:

    Queste sono le cose da fare sempre, tutto il resto sono miti e luoghi comuni da sfatare:

    Stringere (pinzare) completamente entrambe le narici con la mano;

    Tenere la testa leggermente reclinata in avanti;

    Non deglutire il sangue (può provocare vomito);

    Applicare acqua fredda o ghiaccio sulla fronte (provoca vasocostrizione);

    Una volta cessata l'emorragia evitare di soffiare e toccare il naso per qualche ora

    Pazientare con questi accorgimenti se con la pressione l'epistassi cessa, di solito nel giro di pochi minuti l'emorragia si ferma.

    Recarsi in ospedale se l'emorragia si riversa in gola in modo cospicuo senza dare segni di attenuazione o se - ogni volta che si rilasciano le narici - il sanguinamento riparte. In ospedale si provvederà a tamponare con garze grasse o con la sonda nasale a seconda del caso.

    Se gli episodi di epistassi diventano frequenti, è bene consultare il proprio pediatra o un otorinolaringoiatra per accertare che non ci siano difetti ematici o la presenza di eventuali varici (capillari deboli e dilatati) da causticare. La causticazione è il bruciamento elettrico o chimico con successiva cicatrizzazione di tali varici, pratica fastidiosa ed anche dolorosa ma risolutiva.

    Cosa non fare:

    I luoghi più comuni sono:

    Lasciar sanguinare (perché fa bene);

    Reclinare indietro la testa (così non scende dal naso, ma va in gola);

    Applicare il cotone emostatico (come già spiegato per le ferite, il cotone si attacca e secca sulle mucose, per rimuoverlo successivamente bisogna strapparlo e ciò può provocare un nuovo sanguinamento).

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    FERITA O ESCORIAZIONE

    E' un'interruzione traumatica dell’integrità della cute. Le escoriazioni sono un'asportazione - più o meno estesa - degli strati superficiali della cute dovute all’attrito su un’altra superficie, mentre le ferite sono una spaccatura (se lacero-contusa) od un’apertura (se da taglio) della cute fino agli strati più profondi del derma, talora anche ad arrivare alle strutture sottostanti. In età pediatrica le ferite o le escoriazioni più frequenti sono quelle facciali (arcate sopraccigliari e mentoniere) per il meccanismo - spiegato alla voce relativa al trauma cranico - del peso della testa.

    Cosa fare:
    Detergere e disinfettare le escoriazioni e le ferite con disinfettanti non alcolici (possono andar bene acqua ossigenata, betadine o mercurocromo);

    Medicare con garze sterili;

    Le escoriazioni più superficiali guariscono bene toccandole con mercurocromo e lasciandole scoperte, quelle più profonde, secernendo parecchio siero, abbisognano a volte dell’applicazione di garze grasse sotto una medicazione con garze sterili;

    Le ferite più profonde vanno valutate da un medico per una eventuale sutura. Fate attenzione, nei Pronto Soccorso c’è in dotazione una particolare colla per suturare le ferite, molto efficace soprattutto sulle ferite lineari (da taglio) in regioni del corpo non sollecitate da movimenti (tipo in prossimità delle articolazioni). Sui bambini è un ottimo prodotto in quanto non doloroso e soprattutto sul viso da degli ottimi risultati. Non abbisogna di ulteriori medicazioni, tiene bene l’acqua e si rimuove da sola.

    A discrezione del medico escoriazioni e ferite particolarmente estese o sporche possono richiedere la somministrazione di un antibiotico.

    Eventuali emorragie vanno tamponate con delle medicazioni compressive direttamente sulla ferita (sconsigliato l’uso del laccio emostatico) ed applicazioni di ghiaccio (vasocostrittore), per poi accompagnare il bambino in Pronto Soccorso.

    Cosa non fare:
    Medicare con cotone, tantomeno quello emostatico perché “impacca” la ferita, che risulta poi difficile da ripulire e lascia dei pelucchi all’interno che possono provocare infezioni;

    Applicare polveri emostatiche (Cicatrene) per lo stesso motivo descritto sopra;

    Applicare il laccio emostatico.

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    FRATTURA

    E' semplicemente la rottura di un osso e può essere più o meno grave a seconda dell'osso colpito, del tipo di frattura e di eventuali complicanze relative al traumatismo subito. A parte però le fratture esposte (comunque rare in età pediatrica) in cui vi è un trapassamento del moncone osseo dei tessuti fino all’esterno, in un traumatismo, una frattura la si può solo sospettare. La frattura si diagnostica solo con un’indagine radiografica.

    SINTOMI

    Forte dolore

    Tumefazione ingravescente (ma non è la regola)

    Difficoltà al movimento in molti casi

    Deformazione se la frattura è "scomposta"
    COSA FARE

    Se la contusione è stata molto forte e sospettiamo una frattura bisogna:

    Tenere a riposo la parte colpita evitandone movimenti
    Se possibile steccare gli arti anche con materiale di fortuna (legno e bende, cartone…) nella posizione in cui si trovano.
    Applicare del ghiaccio
    Tenere l’"arto in scarico" (più alto rispetto al corpo) o braccio al collo con un foulard
    Accompagnare in un Pronto Soccorso
    In caso di fratture esposte :

    Coprire la ferita e l’esposizione con materiale pulito, meglio se sterile (vanno bene telini o garze, assolutamente non cotone)
    Immobilizzare così come si trova (ogni tentativo di mobilizzazione potrebbe essere pericoloso e dannoso)
    Non fare nessun altra manovra
    Chiamare il 118 se si tratta di ossa grandi (omero, femore, gamba, avambraccia) o altrimenti accompagnare in Pronto Soccorso.

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    INALAZIONE DI CORPI ESTRANEI

    Quando un corpo estraneo (cibo, giochi di piccole dimensioni, tappini…) viene deglutito dal bambino andando ad ingombrare le vie aeree invece di transitare in esofago, si può creare un’ostruzione: il classico "boccone di traverso". Si tratta di una situazione che può divenire grave ed evolvere fino al soffocamento. Bisogna distinguere però un’Ostruzione Parziale in cui avviene comunque uno scambio d’aria nei polmoni da un Ostruzione Completa in cui ovviamente ogni scambio d’aria risulta impossibile.

    OSTRUZIONE PARZIALE

    SINTOMI

    Il bambino tossisce vigorosamente
    Diventa rosso e paonazzo in viso per lo sforzo
    In alcuni casi riesce perfino a parlare o piangere
    COSA FARE

    Astenersi da qualunque manovra
    Incoraggiare a tossire
    Accompagnare in un Pronto Soccorso se la situazione non si risolve velocemente, se lo si ritiene opportuno chiamare il 118
    OSTRUZIONE COMPLETA

    SINTOMI

    Il bambino non riesce a tossire, parlare o piangere
    Se cosciente sarà molto agitato, se grandicello sarà in piedi portandosi le mani alla gola
    La colorazione della cute diventerà progressivamente più scura (cianosi) per la mancata ossigenazione dei tessuti
    Se la situazione non si risolve, nel giro di pochissimi minuti si arriverà presto ad una perdita di coscienza
    COSA FARE

    Nel Lattante:

    Agire immediatamente allertando il 118
    Alternare 5 pacche interscapolari a 5 compressioni toraciche esterne (vedi figure) controllando al termine di ogni ciclo l’eventuale presenza di corpi estranei in bocca
    In caso di perdita di coscienza:
    Mettere supino su un piano rigido
    Controllare eventuale presenza di corpi estranei in bocca
    Iperestendere leggermente il capo
    Controllare l’effettiva assenza del respiro avvicinando guancia ed orecchie alla bocca del bimbo
    Tentare fino a 5 ventilazioni bocca-bocca o bocca-bocca e naso (consultare il capitolo sull’ Rianimazione Cardio Polmonare pediatrica)
    Se non si riesce a ventilare, alternare 5 pacche interscapolari a 5 compressioni toraciche esterne (vedi figure sotto)
    Riprendere dal punto 2 e continuare fino all’arrivo dei soccorsi


    Nel Bambino:

    Agire immediatamente allertando il 118
    Eseguire la Manovra di Heimlich con delle pressioni decise sottodiaframmatiche dal basso verso l’alto fino alla disostruzione (vedi figura a lato)
    Se persiste l’ostruzione e subentra la perdita di coscienza:
    Mettere supino su un piano rigido
    Controllare eventuale presenza di corpi estranei in bocca
    Iperestendere il capo
    Controllare effettivamente l’assenza di respiro
    Tentare fino a 5 ventilazioni (consultare RCP pediatrica)
    Se non si riesce a ventilare eseguire 5 manovre di Heimlich da supino e 5 compressioni toraciche esterne (vedi figure sotto)
    Riprendere dal punto 2 e continuare sino all’arrivo dei soccorsi

    COSA NON FARE

    Non caricare immediatamente il bambino in auto per portarlo in ospedale. Se non lo si ha di fronte a casa si rischia di lasciarlo morire durante il tragitto.
    Non dimenticarsi di chiamare il 118 altrimenti dopo qualche minuto scoprirete che nessuno verrà ad aiutarvi
    Non sollevare per i piedi il bimbo e scuoterlo: potreste causare lesioni agli arti o rischiare di farlo cadere provocandogli un trauma cranico
    N.B.

    Tali procedure sono estratte dal manuale di PBLS (Pediatric Basic Life Support) dell’IRC (Italian Resuscitation Council), ma sono state da me leggermente modificate al fine di semplificarne la procedura che, senza un addestramento specifico teorico-pratico, risulterebbe complessa ed oltremodo articolata, quindi difficilmente comprensibile con la lettura di due semplici paginette "on-line".

    Per quanto riguarda le ventilazioni e le compressioni toraciche esterne si rimanda ad un consulto del capitolo sulla RCP pediatrica

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    INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI

    L’ingestione accidentale di un qualsiasi oggetto - da parte di un bambino - è un fenomeno abbastanza frequente, soprattutto nei lattanti, durante la cosiddetta fase orale, in cui studiano tutti gli oggetti a portata di mano mettendoli in bocca. Maneggiando oggetti di piccole dimensioni può accadere che il bambino li ingerisca e se si é sicuri che l’abbia fatto e l’oggetto non è recuperabile in bocca e non si innescano colpi di tosse o arresti respiratori improvvisi, quasi sicuramente la via presa è quella dell’apparato digerente; quindi se non é ancora in esofago, é senz’altro nello stomaco.


    Sintomi

    Se l’oggetto é finito nello stomaco, generalmente, non si ha nessuna sintomatologia, mentre se si è fermato in esofago il bimbo può accusare una sensazione quasi di peso retrosternale ed avvertire il continuo desiderio di deglutire (“come per un boccone che non passa giù”). Problemi seri possono, invece, svilupparsi successivamente, durante la peristalsi che spinge il corpo estraneo lungo l’intestino tenue ed il colon verso l’espulsione, se l'oggetto è di forma irregolare od appuntita. In questi casi, potrebbe causare la perforazione di qualche organo o un’occlusione intestinale se si dovesse imbrigliare in qualche ansa intestinale. Non è la regola, ma generalmente, i corpi estranei ingeriti sono regolari, in quanto se irregolari passano con difficoltà già a livello della faringe e laringe del bambino, causando forti accessi di tosse che solitamente, alla fine, ne permettono l’espulsione.


    Cosa fare

    E’ molto importante sapere che tipo di oggetto è stato ingerito, se è stato ingerito veramente e dove è localizzato. Per fare questo è necessaria l’ospedalizzazione del bimbo, durante la quale - attraverso una radiografia - verrà accertato tutto questo.

    Generalmente se si tratta di oggetti di forma regolare (bottoni, monete, biglie, gomme…) la peristalsi intestinale sarà sufficiente a farlo “viaggiare” nel tubo digerente fino all’espulsione con le feci. In questo caso, sarà importante controllare le feci per verificarne l’effettiva espulsione.

    Se l’oggetto ha forme e dimensioni pericolose (tappini appuntiti, spille, puntine, chiodi…), si potrà decidere, a seconda del caso, di seguirne con controlli successivi il movimento oppure di optare per la rimozione tramite endoscopio (se fermo nell’esofago, nello stomaco o anche nel duodeno) oppure ancora, se necessario, tramite operazione chirurgica.


    Cosa non fare

    Tentare di provocare il vomito (il corpo estraneo risalendo potrebbe imboccare poi le vie aeree causando rischi maggiori per il bambino);

    Se il corpo estraneo è nella faringe e si vede, evitare di spingerlo più in basso;

    Far assumere cibo al bimbo per far “passar giù” il corpo estraneo se questi ha forma irregolare, pungente o tagliente (ulteriori movimenti potrebbero causare lesioni ai tessuti degli organi).

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    IPERPIRESSIA(FEBBRE)

    E' l'innalzamento anomalo della temperatura corporea. Bisogna premettere che - normalmente - la temperatura esterna di un uomo può variare tra i 36 - 37° C, se misurata internamente (per via rettale) è necessario considerare un aumento fisiologico di 0,4 - 0,5°C. La temperatura non è mai fissa, varia nell'arco della giornata (più alta la sera), a seconda dell'esposizione ambientale, dell'attività fisica e delle variazioni di concentrazioni ormonali (soprattutto nelle donne). Un centro termoregolatore alla base del cervello ha il compito di tenere in equilibrio la temperatura corporea tra la produzione di calore dovuta alla metabolizzazione degli alimenti e all'attività fisica e la dispersione dovuta all'evaporazione di acqua con la respirazione e la sudorazione. Il cervello è in grado di controllare tutte queste variabile e compensare ogni variante esterna, ma in alcune occasioni intervengono delle situazioni che agiscono dentro il nostro organismo (agenti patogeni: virus, batteri…) che fanno innalzare la soglia di intervento al centro termoregolatore. In questi casi c'è la comparsa della febbre, che non è una malattia, ma un sintomo, o meglio una difesa del nostro organismo che innalza la temperatura per far "soffrire" i microrganismi che l'hanno attaccato. N.B. L'innalzamento della temperatura può essere dovuto anche ad altri fattori (tumori cerebrali, emorragie, disfunzioni ormonali, ecc.), ma naturalmente quella dovuta ad infezioni sono quelle più frequenti ed a livello pediatrico le più interessanti.

    Fasi della febbre:

    Prodromica: l'inizio della manifestazione, caratterizzata da dolenzie diffuse, cefalea modesta, nausea e malessere generale.
    d'insorgenza: può essere graduale fino a più giorni o brusca, con un aumento della temperatura corporea fino a 39 - 40°C. Ci possono essere sensazione di freddo e brivido intenso (i brividi sono un tentativo involontario di produrre calore con delle contrazioni muscolari).
    di accesso: caratterizzata da sensazione di caldo intenso con arrossamento della cute ed occhi lucenti, dovuti a vasodilatazione per disperdere calore; aumento della frequenza cardiaca (attenzione, nei bambini è già fisiologicamente più alta degli adulti... più sono piccoli e più sono tachicardici) e della frequenza respiratoria; sete e secchezza delle mucose, disappetenza per arrivare fino alle crisi convulsive nei bambini con temperature particolarmente elevate (40 - 41 - 42° C).
    di deferescenza: lo sfebbramento che può verificarsi gradualmente od in modo brusco con sudorazione profusa.
    Questo è l'andamento tipico della febbre dovuta chiaramente ad infezione, ma in realtà - in alcuni casi - l'andamento può essere diverso, quindi si possono avere febbri intermittenti, febbricole ondulanti o continue. Il riconoscimento di questi particolari andamenti può aiutare il pediatra a diagnosticare l'agente che ha scatenato la malattia.

    La misurazione della temperatura:

    La temperatura si può rilevare internamente o esternamente. Internamente si rileva con degli appositi termometri a mercurio di piccole dimensioni (detti prismatici) posizionati nel retto (posizione più utilizzata in Italia) o in bocca per 2-3 minuti, nei bambini piccoli è la misurazione preferita. Esternamente si rileva con i normali termometri a mercurio nell'ascella o nell'inguine per 5-6 minuti. Ci sono in commercio anche dei termometri elettronici abbastanza economici che rilevano la temperatura più o meno nello stesso tempo e nelle stesse sedi, col tempo però perdono precisione. Esiste anche un termometro elettronico con sensori all'infrarosso che rilevano la temperatura anche cutanea o auricolare in pochi secondi; il prezzo è però elevato e l'uso e più che altro ospedaliero. La rilevazione va fatta al bimbo a riposo e lontano da pasti e bagni caldi e soltanto quando lamenta un malessere, piange senza un apparente motivo o se vi appare accaldato (appoggiare la mano sulla fronte e sul collo posteriormente). Una volta riscontrata la febbre è buona regola tenerla monitorizzata con rilevazioni a distanza di 2-3 ore.

    Cosa fare:

    Riposo a letto, divieto assoluto di frequentare comunità (scuole, asili, nidi…).
    Scoprire il bambino per evitare che si "surriscaldi", coprirlo solo nella fase del brivido in cui soffre il freddo.
    Farlo bere abbondantemente (acqua, succhi di frutta, latte se non ha vomito o dissenteria) con piccoli e frequenti sorsi.
    Se la temperatura supera i 38 - 38,5° C somministrare del Paracetamolo (Tachipirina, Acetamol…) o altro farmaco antipiretico nelle dosi consigliate dal pediatra a seconda del peso.
    Se la temperatura sale sopra i 39° C eseguire delle spugnature umide dal tiepido fino al freddo per abbassarla.
    Quando portarlo dal pediatra:

    Quando dopo 2-3 giorni la febbre non accenna a diminuire.
    Quando oltre alla febbre ci sono o compaiono altri sintomi quali tosse abbondante, vomito, dissenteria, bruciore alla minzione, dolori toracici o addominali.
    Se compaiono manifestazioni dermatologiche che possono far pensare ad una malattia infettiva dell'infanzia.
    Quando la febbre raggiunge valori a rischio (40°) ed il bimbo presenta i primi sintomi di disidratazione o se ha avuto un episodio di crisi convulsive. In quest'ultimo caso può essere consigliabile accompagnare il bambino direttamente in un ospedale che abbia una pediatria (in prospettiva di un ricovero per accertamenti e cure).
    Cosa non fare:

    Tenere ultracoperto il bimbo durante le fasi febbrili.
    Somministrare antibiotici senza il parere del pediatra (può essere dannoso e sviluppare delle resistenze).
    Allarmarsi se l'antibiotico non fa effetto immediatamente (bisogna aspettare almeno 3-4 giorni di terapia per valutare gli effetti).
    Effettuare spugnature gelide.
    Sottovalutare temperature molto alte e prolungate, la disidratazione può innescare un circolo vizioso che porta ad altri grossi problemi.
    Somministrare antipiretici ad ogni costo non appena compare una lineetta di febbre.

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    LUSSAZIONE

    E’ la fuoriuscita di un osso dalla sua normale sede in un articolazione. Tale perdita dei rapporti articolari non si risolve spontaneamente. Avviene uno stiramento con lacerazioni delle strutture legamentose e capsulari, nonché vascolari e nervose, che fino alla riduzione della lussazione continuano a restare in tensione. Perché si verifichi una lussazione c’è bisogno di una grande energia (salvo nelle recidive) e - quindi - è poco frequente in età pediatrica, più frequente in età scolare. Sicuramente la più diffusa è la lussazione della spalla. La lussazione che si presenta maggiormente - in età compresa da 1 a 3/4 anni - è la pronazione dolorosa di gomito. Si tratta di una sublussazione, ossia di una fuoriuscita incompleta del radio dalla sua normale sede che non provoca lesioni tissutali. E’ dovuta, quasi sempre, ad una trazione energica del braccio data dai genitori per trattenere o sorreggere i bambini in concomitanza con una lassità delle strutture articolari, ancora in formazione, dei bambini.

    Sintomi:

    Dolore acuto e localizzato, che va poi diminuendo, ma diffondendosi a tutta la zona dell’articolazione;

    Impotenza funzionale, con violento dolore provocato ad ogni tentativo di movimento;

    Deformazione anatomica dell’articolazione (confrontata con la controlaterale) con presenza di rilievi e affossamenti anormali.

    Assunzione autonoma - da parte del bambino - di una posizione meno dolorosa.

    Sintomi della pronazione dolorosa:

    Il bambino inizialmente piange per il dolore;

    Il bambino non muove il braccio che lascia cadente ed in particolare tiene esteso il gomito;

    Ogni tentativo di movimento evoca dolore e quindi pianto.

    Cosa fare:

    Cercare di tranquillizzare il bambino;

    Immobilizzare l’arto con bende, cuscini e foulard così come viene tenuto dal bambino stesso;

    Recarsi - il più velocemente possibile - in un Pronto Soccorso, dove verranno eseguite radiografie per escludere fratture e - successivamente - verrà eseguita la manovra di riduzione (che da immediato sollievo) e l’immobilizzazione dell’articolazione. Tenere presente che prima viene effettuata la manovra di riduzione più risulterà semplice. infatti, con il passare del tempo, i muscoli per difesa si contraggono e potrebbe essere quindi necessaria una blanda anestesia perché la manovra abbia successo;

    Gli antidolorifici è meglio somministrarli a riduzione avvenuta, sempre sotto consiglio medico, prima è inutile.

    Cosa fare per la pronazione dolorosa:

    Portare il bimbo dal pediatra o in un Pronto Soccorso dove verrà effettuata una semplicissima manovra di riduzione. La prova - per vedere se la riduzione é riuscita - é quella di far provare al bambino ad afferrare un oggetto con la mano dell’arto colpito o farsi abbracciare. Spesso, bisogna aspettare del tempo prima che il bambino si decida a muovere il braccio, perché - memore del dolore - ha paura a tentare ogni movimento.

    Tachipirina al bisogno, sempre su consiglio pediatrico.

    Cosa non fare:

    Tentare riduzioni improprie o manipolazioni;

    Somministrare bevande o farmaci prima della riduzione.

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    PUNTURA D'INSETTO

    Le conseguenze delle punture d'insetto possono essere varie e dipendono dal tipo d'insetto, dalla sensibilità della persona, dalla sede di puntura e dal numero di punture.


    Reazione locale:

    Nella grande maggioranza dei casi i bambini (ma anche gli adulti) reagiscono ad una puntura d'insetto (zanzare, api, vespe, tafani...) con una semplice reazione allergica localizzata. Questa reazione si manifesta velocemente con un eritema ed un ponfo più o meno grande in sede di puntura, dolore sostituito successivamente da prurito. In queste situazioni:

    applicare il ghiaccio localmente (mai a contatto con la pelle);

    applicare una pomata antistaminica (es. Fargan, Polaramin...), cercando di evitare che il bambino si gratti per non irritare ulteriormente e causare sempre maggiore prurito;

    Rimuovere il pungiglione con delle pinzette se, in caso di puntura di vespa o ape, fosse rimasto conficcato e successivamente disinfettare.

    Fare riferimento al proprio medico od al pediatra se - a distanza di giorni - si verificasse una sovrainfezione.

    Reazione generalizzata

    In alcuni casi, bambini con una spiccata sensibilità verso certi insetti, possono avere delle reazioni allergiche spropositate ed anche pericolose. In questi soggetti allergici i primi segni appaiono comunque entro pochi minuti e si manifestano con eritema orticarioide (numerosi ponfi su vaste aree o su tutto il corpo) molto pruriginoso; talora si può presentare in associazione, ma anche singolarmente, l’edema della glottide. E’ una situazione grave in cui l’edema blocca progressivamente a livello della laringe il passaggio dell'aria necessaria alla respirazione. In rari casi limite, si può andare incontro a shock anafilattico. In questo caso la reazione allergica fa precipitare a livello sistemico la pressione arteriosa fino al punto in cui non è garantita la perfusione ematica degli organi vitali. Da qui si può instaurare un circolo vizioso che può condurre, se non velocemente trattato, anche alla morte.


    Cosa fare

    Innanzitutto è doveroso sottolineare che tali reazioni si scatenano nel giro di pochi minuti, quindi è inutile recarsi in un Pronto Soccorso ansimanti perché il vostro bambino è stato punto da un insetto tre ore prima. Se dopo mezz'ora o un'ora la reazione manifestatasi è nulla o localizzata si può stare tranquilli. Viceversa, al primo segnale di eritema e prurito diffuso a tutto il corpo, è bene accompagnare in un Pronto Soccorso il vostro bambino dove con terapie endovenose a base di cortisonici ed antistaminici la reazione allergica viene bloccata e risolta. Non perdete tempo se la punturina sulla mano non si ferma ad un semplice ponfo, ma si propaga a tutto il corpo, o se se la puntura è sul viso e vedete le labbra o le palpebre che si gonfiano in modo spropositato, accompagnate subito in ospedale il bimbo. I soggetti noti allergici (che hanno già avuto reazioni generalizzate in seguito a punture d'insetto) a maggior ragione vanno accompagnati immediatamente in ospedale. Sarebbe possibile, su consiglio del medico o del pediatra, tenere a portata di mano delle fiale di cortisone da praticare per via intramuscolare al bisogno in attesa di arrivare in ospedale, soprattutto se ci si trova lontani da questo. Un'altra cosa importante - quando si scatenano reazioni generalizzate - è contattare successivamente il proprio pediatra, per eventualmente iniziare l'iter vaccinale contro la sostanza verso cui il bimbo è sensibile.


    Punture particolari

    Zecche: sono parassiti presenti in natura: nel prato, nelle siepi, ecc., che attaccano abitualmente gli animali (cani, gatti, pecore...) ma che non disdegnano l'uomo se ne vengono a contatto. Sono insetti dotati di una testa molto piccola che conficcano nella cute succhiando il sangue del portatore, un altrettanto piccolo tronco con tre paia di zampe ed un addome che si gonfia man mano che la zecca si nutre. Dalla grandezza di una capocchia di spillo può arrivare alle dimensioni di un pisello o anche più. Nei bambini e negli uomini, generalmente, si ritrovano zecche di piccole dimensioni ed il problema in questo caso non è la reazione allergica, ma le eventuali altre malattie che questi insetti possono veicolare.

    Cosa fare:

    Rimuovere la zecca in questo modo:

    Stordirla applicandoci sopra dell'etere etilico o dell'alcol per qualche secondo;

    Rimuovere l'insetto con una pinzetta avendo la cura di non lasciare la testa conficcata;

    Disinfettare;

    Rivolgersi al medico od al pediatra per l'avvio di un'eventuale terapia antibiotica.

    Ragni, scorpioni, formiche,...: in Italia le varietà presenti di questi insetti non sono velenose, quindi in assenza di reazioni allergiche importanti trattare con ghiaccio e pomate locali. Visita dal proprio medico in caso di complicazioni (infezioni).

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    TRAUMA CRANICO

    I traumi cranici - in età pediatrica - sono frequentissimi e questo perché, sebbene la testa di un bimbo sia ovviamente più piccola di quella di un adulto, in relazione al resto del corpo è grande e pesante: questo rende suscettibile di essere sede di lesione. La testa è spesso il primo punto d'impatto, soprattutto nelle cadute dall’alto, negli incidenti ludico-sportivi e negli incidenti della viabilità. Potrebbe essere un vantaggio teorico, nei neonati, la presenza delle fontanelle ed il fatto che le suture della volta cranica non siano ancora saldate, ma i dati sulla mortalità per trauma cranico encefalico nei bimbi al di sotto dei 2 anni di età dimostrerebbero il contrario. Questo non vuol significare che i bambini abbiano la "testa di cristallo", in realtà sopportano benissimo traumi che ad un adulto possono sembrare gravi, ma che - nei grossi traumatismi con impatti violenti - subiscono maggiori danni, con un alta mortalità, rispetto ad un adulto. Nel valutare il proprio bambino, dopo che ha subito un trauma cranico, bisogna sempre tenere presenti alcune nozioni importanti:

    La gravità di un trauma cranico è in rapporto al tipo ed alla vastità di sollecitazione o danneggiamento che ha subito l’encefalo interiormente;

    La gravità dei danni non è proporzionale all’entità dell’impatto.

    Ogni trauma cranico è una situazione diversa dalle altre e la sintomatologia può essere nulla o molto sfumata, fino a mostrare segni molto severi;

    Un trauma cranico può cominciare a mostrare i suoi effetti a distanza di ore.

    Sintomi del trauma cranico lieve:

    Dolore e - quindi - pianto immediato del bimbo;

    Vomito;

    Cefalea;

    Sonnolenza.

    Sintomi del trauma cranico moderato:

    Oltre ai precedenti sono possibili:

    Perdita transitoria di coscienza;

    Amnesia;

    Agitazione psicomotoria.

    Sintomi del trauma cranico grave:

    Oltre ai precedenti sono possibili:

    Sopore;

    Segni neurologici importanti;

    Coma.

    Cosa fare:

    Se c’è la comparsa anche solo di uno dei sintomi sopra elencati è necessario accompagnare il bimbo ospedale, meglio dove sia presente il reparto di pediatria, nel possa essere valutato ed all’occorrenza tenuto in osservazione in regime di ricovero. L’osservazione dura generalmente 24-48 ore, al termine delle quali - in assenza di sintomatologia - il bambino può essere dimesso in sicurezza. Se, alla visita medica, non sono stati rilevati particolari segni, il bimbo può essere rilasciato al proprio domicilio all’osservazione dei propri genitori che dovranno controllare che non compaiano i segni sopra elencati, anche svegliandolo la notte per assicurarsi che non ci siano state alterazioni dello stato di coscienza nel sonno.

    In assenza di sintomatologia, in un trauma non molto importante, in un bambino che ha pianto subito, i genitori possono anche tenerlo a casa, se se la sentono, applicando del ghiaccio localmente tenendolo a dieta leggera e naturalmente osservandolo. Alla comparsa di un qualsiasi segno che non convince i genitori e bene accompagnare o riaccompagnare il bimbo in ospedale.

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    USTIONE

    L'ustione è la distruzione delle cellule della pelle (ma anche degli strati sottostanti) da parte di un particolare agente (solido, liquido, gassoso, elettrico,…) ad alta temperatura (ma anche a bassissima). Le ustioni sono un incidente domestico piuttosto frequente nei bambini che - purtroppo - mossi dalla curiosità e dalla voglia di scoprire vanno a toccare oggetti senza conoscerne il pericolo. Possono, quindi, toccare pentole roventi o fornelli, versarsi addosso liquidi bollenti, toccare incuriositi fiamme libere (camino, candele…) ed infine, anche se sempre più raramente, venire a contatto con fonti di elettricità. E' quindi di primaria importanza la prevenzione, ossia: cucinare sui fornelli posteriori, non lasciare in giro acqua bollente e non lasciare soli i bambini in presenza di fiamme o materiale potenzialmente ustionante. La profondità della lesione è determinata dalla temperatura dell'agente e dal tempo di esposizione.

    Profondità della lesione:

    Primo grado: sono coinvolti solo gli strati superficiali della cute, generalmente si manifesta con un semplice eritema (rossore). Una scottatura solare può rientrare in questa categoria.
    Secondo grado: sono coinvolti l'epidermide (strato più superficiale) e parte o l'intero derma (strato sottostante). Si manifesta con eritema e flittene, le cosiddette vesciche gonfie di liquido (siero), che possono anche rompersi se l'esposizione è prolungata. Generalmente guariscono, seppur più lentamente, senza esiti cicatriziali. Discreto è il rischio di sovrainfezione batterica come complicanza.
    Terzo grado: vi è una distruzione di epidermide, derma e strutture sottostanti come sottocute e perfino i muscoli nei casi più gravi. Si manifesta con lesioni ulcerative più o meno profonde, circondate da zone di eritema e flittene. Guariscono molto lentamente lasciando esiti cicatriziali più o meno vistosi. Grosso è il rischio di sovrainfezione.
    Gravità della lesione

    E' bene ricordare che ciò che incide sulla gravità di un'ustione, fino a renderla anche mortale, non è tanto il grado, ma l'estensione. Ad esempio, un'ustione di secondo grado su tutto il tronco è ben più grave di un'ustione di terzo grado su una mano. Soprattutto, nel bambino, un'ustione che coinvolge tutta la testa è una situazione molto delicata. E' bene ricordare che fiamme o gas caldissimi possono anche essere inalati. In questi casi, si possono creare delle ustioni interne, nell'albero tracheo-bronchiale, che a distanza di qualche ora possono dare seri problemi. Peli del naso bruciati possono essere un segno a cui dare molta importanza. Le ustioni raramente sono letali nell'immediato, ma creano complicazioni importanti quali: shock da disidratazione (perdita di liquidi con gli essudati), difficile tamponamento nelle ustioni molto estese, sovrainfezioni batteriche fino alle setticemie (infezioni sistemiche).

    Cosa fare immediatamente

    Innanzitutto autoprotezione. Un genitore ustionato difficilmente può aiutare un bambino nelle medesime condizioni.

    Allontanare il bimbo dalle fonti di calore: tagliare e rimuovere i vestiti eventualmente bagnati con liquidi bollenti o direttamente a contatto con l'ustione (se i vestiti in alcuni punti sono adesi alla cute lasciare stare, ma ritagliareintorno. Vverranno poi rimossi in sede ospedaliera).

    Lavare con abbondante acqua fredda.

    Applicare ghiaccio, ma non direttamente sulla parte.

    In caso di vesciche, integre o rotte, o lesioni profonde coprire con materiale pulito o meglio sterile (garze o panno di cotone).

    In ogni caso rivolgersi ad un medico.

    Cosa fare dopo:

    Ustioni di 1° grado delimitate: (es. mano, piede parte del braccio..) o di 2° grado localizzate (es. dita della mano): Si possono trattare anche a casa con:

    Impacchi freddi.
    Medicazioni sterili con applicazione di garze grasse.
    Non applicare nessuna preparazione sulle ustioni senza il consiglio medico.
    Mantenere pulite le medicazioni.
    Rivolgersi al pediatra in caso di complicanze (infezioni).
    Ustioni di 1° grado molto estese, di 2° grado delimitate o di 3° grado:

    Coprire con materiale pulito asciutto, meglio se sterile.
    Applicare ghiaccio non direttamente sulla parte.
    Non applicare nessuna preparazione sulle ustioni senza il consiglio medico.
    Accompagnare il bambino in Pronto Soccorso.
    Se le lesioni sono particolarmente gravi (2° o 3° grado estesi) allertare telefonicamente il 118 (può inviarvi velocemente un'ambulanza attrezzata o l'eliambulanza e trasportare il bimbo direttamente nell'ospedale più indicato. Inoltre gli operatori possono darvi delle indicazioni sul cosa fare nell'attesa).
    Cosa non fare

    Sottovalutare la gravità dell'evento.
    Medicare con cotone.
    Applicare oli o creme senza consiglio medico.
    Bucare le flittene (vesciche). Finché sono integre, anche se la "pelle é morta", la cute è integra ed al riparo da infezione. Questo tipo di operazioni lasciatele fare al personale esperto.
    Trascurare le medicazioni consentendo al bambino di bagnarla o sporcarla (le infezioni sono sempre dietro l'angolo!).

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    VOMITO

    Il vomito è l'emissione - attraverso la bocca - del contenuto gastrico, per compressione dello stomaco dovuta alla brusca contrazione dei muscoli delle pareti addominali e del diaframma. Il vomito può essere provocato anche dalla stimolazione manuale della faringe ed anche da violenti colpi di tosse. Il materiale emesso è generalmente alimentare, più o meno digerito; se gli episodi sono sostenuti e frequenti si può arrivare all'emissione di materiale duodenale di colore giallastro o verde (vomito biliare). In alcuni casi - in assenza di contenuto nello stomaco - il vomito può diventare di aspetto acquoso o mucoso per le modiche quantità di succhi gastrici, muco e saliva oppure fermarsi al "conato", ossia la violenta contrazione dei muscoli senza l'emissione di alcunché. Il vomito non è una malattia, ma una manifestazione di una moltitudine di patologie. E' da distinguere dal vomito il rigurgito: una manifestazione piuttosto frequente nel neonato fino all'anno di età che si differenza per l'emissione di materiale alimentare senza la contrazione violenta della muscolatura e quindi senza sforzo. Le quantità emesse sono generalmente modeste e spesso seguite all'eruttazione.

    Cause predisponenti

    Senz'altro sono non gravi e facilmente curabili, ma - attenzione - non trascurabili, soprattutto nel bambino, in quanto generalmente causano contemporaneamente anche febbre. Le cause più frequenti sono:

    Infezione virale: influenza, gastroenterite (in questo caso spesso associata a dissenteria).
    Infezione dell'orecchio (otite).
    Infezione delle vie urinarie (cistite).
    Cause meno frequenti possono essere:

    Appendicite.
    Meningite.
    Trauma cranico (in questo caso si ha un vomito improvviso molto violento detto "a getto").
    Trauma addominale
    Occlusione Intestinale...
    Cosa fare

    E' doveroso ricordare che il rischio principale del vomito è l'innesco della disidratazione per una veloce perdita di liquidi e sali minerali senza che di solito vengano reintegrati; soprattutto se accompagnato- come già detto- da febbre e dissenteria. Alla prima manifestazione di vomito bisogna:

    Rilevare la temperatura corporea.
    Cercare di capire (con l'interrogazione o la palpazione se il bimbo è molto piccolo) se il bambino accusa dolori o malesseri (ad esempio: mal di pancia, di testa, di orecchie, bruciore alla minzione…) e da quanto tempo.
    Se non si rilevano segni importanti o solo febbre, si può:

    Temporeggiare tenendo il bambino a casa e a riposo.
    Farlo bere a piccoli sorsi e frequentemente, zuccherando eventualmente l'acqua o somministrare bevande tipo integratori idro-salinici (non bevande gassate).
    Tenerlo a dieta molto leggera o semi liquida, da integrare gradualmente se regredisce il vomito ed eventuali altre sintomatologie.
    Il lattante può continuare l'allattamento al seno, ma tenendo pasti più brevi e frequenti.
    Il latte artificiale va sospeso e sostituito con bevande zuccherate (thè, camomilla, tisane…) e gradualmente va reintrodotto diluendolo inizialmente in modo maggiore.
    Nei casi in cui:

    Il bimbo abbia avuto un trauma cranico o addominale recentemente.
    Gli episodi di vomito siano molto frequenti ed associati a dissenteria.
    Il bimbo accusi forte dolore addominale.
    Ci sia il dubbio che il bimbo abbia ingerito sostanze nocive (farmaci, detersivi, solventi…).
    Nel vomito vi sia presenza di sangue (attenzione ad eventuale presenza di ragadi ai capezzoli se i bimbi sono allattati al seno).
    Il bimbo lamenti dolore alle orecchie.
    Il bimbo lamenti bruciore alla minzione.
    Il bimbo presenti manifestazioni cutanee che possono far pensare a qualche malattia infettiva (varicella, morbillo, scarlattina…).
    Il vomito duri da parecchie ore e compaiono segni di disidratazione: poca urina, pianto senza lacrime, confusione, cute e mucose secche, tachicardia.
    PORTARE IMMEDIATAMENTE IL BIMBO IN VISITA AL PEDIATRA O RECARSI IN UN PRONTO SOCCORSO (MEGLIO SE PEDIATRICO).

    Cosa non fare

    Forzare l'assunzione di cibi solidi per "reintegrare" quelli persi.
    Non far bere grosse quantità di liquidi velocemente (può innescare il vomito).
    Non far bere bevande gassate (dilatano e stimolano lo stomaco a svuotarsi).
    Non somministrare farmaci senza il parere medico, tanto meno gli antiemetici.
    Non sottovalutare.
     
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  2. Sherry76
     
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    se ti dico che abbiamo avuto la stessa idea?

    Baci
    Serena
     
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  3. @theprincess
     
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    se ti dico che non me ne meraviglio???
     
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  4. SandiRM
     
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    brave! utilissimo!

    Sarebbe utile anche scrivere le medicine di base che bisogna avere a casa, tipo per le scottature, etc... a me servirebbe molto! ancora non ho preparato la piccola farmacia a casa..
     
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  5. @theprincess
     
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    buona idea
     
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  6. ciuppolotta
     
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    Aggiungo una cosa che è stata utilissima per mio fratello piccolo che perdeva sangue dal naso copiosamente, tagliavamo una cipolla cruda a metà e gli facevamo annusare il liquido, era emostatico
     
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5 replies since 18/8/2007, 14:36   3291 views
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