Clima:cosa può accadere per ogni grado in più.Le tabelle dell'allarme

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  1. andychow
     
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    Siccità, moria di pesci, raccolti a picco
    ecco cosa può accadere per ogni grado in più


    Il rapporto dell'economista inglese Stern elenca i pericoli a cui andiamo incontro. Dall'ormai improbabile +1°, al catastrofico +5° tutti i rischi per il Pianeta


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    - E' poco più che un esercizio di stile perché nessuno conosce esattamente le dinamiche del clima sul lungo periodo. Non è detto, ad esempio, che gli attuali fenomeni di riscaldamento non possano alla fine innescare effetti opposti. Il classico esempio è quello dello scioglimento dei ghiacci polari che devia la corrente del Golfo, raffreddando drasticamente buona parte dell'emisfero settentrionale.

    Da qualche parte però bisogna pur cominciare per farsi un'idea delle minacce a cui andiamo incontro con i cambiamenti climatici in atto. Ma se gli scienziati dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), l'istituzione delle Nazioni Unite per il monitoraggio del clima, per via del loro ruolo non possono sbilanciarsi più tanto, a tentare di dare un quadro di riferimento il più realistico possibile ci ha pensato sir Nicholas Stern, l'ex capo economista della Banca Mondiale incaricato dal governo britannico di valutare gli impatti economici dei mutamenti.

    Al rapporto Stern è infatti allegata una tabella con le possibili conseguenze pratiche che ogni grado di aumento medio della temperatura potrà portare al Pianeta. La forbice di incremento prevista dagli scienziati per il 2100 oscilla tra i 2 e 4,5 gradi Celsius, con la possibilità più attendibile fissata a quota 3 gradi.

    + 1 grado. Con un solo grado di aumento (possibilità che ormai i ricercatori ritengono molto remota a causa del ritardo con cui si è corsi ai ripari) lo scioglimento dei ghiacciai porterà serie minacce agli approvvigionamenti idrici di circa 50 milioni di persone. Il ritorno massiccio della malaria e di altre malattie legate al riscaldamento globale, associate alla malnutrizione, provocheranno circa 300 mila decessi ogni anno. Una cifra solo in parte compensata da un calo della mortalità dovuta al gelo nelle località più fredde. A soffrire molto sarà poi l'ecosistema marino, con circa l'80% della barriera corallina uccisa dal riscaldamento. Unica nota positiva, il previsto aumento dei raccolti agricoli nelle aree temperate.

    + 2 gradi. La situazione in questo caso (che i pessimisti ritengono anch'essa un'obiettivo di "stabilizzazione" ormai fuori portata) inizia a farsi più pesante. I raccolti nell'Africa tropicale diminuiscono del 5-10 per cento. Un'ulteriore popolazione compresa tra i 40 e i 60 milioni di persone sarà esposta in Africa al rischio di malaria. Fino a dieci milioni di persone saranno vittime dell'innalzamento del livello del mare. Grave anche l'impatto sugli ecosistemi, con una stima che fissa tra il 15 e il 40 per cento la quantità di specie a rischio di estinzione. Tra gli animali più minacciati, quelli artici come l'orso polare. Inoltre, con una temperatura media di +2, il manto ghiacciato della Groenlandia potrebbe iniziare a sciogliersi in maniera irreversibile, avviando un aumento del livello del mare di ben 7 metri.

    + 3 gradi. Questo è ritenuto lo scenario di incremento più attendibile, sempre che la comunità internazionale inizi ad intraprendere le necessarie misure di contrasto. La prospettiva è comunque drammatica: l'Europa meridionale andrebbe incontro a pesanti siccità con un ciclicità di circa 10 anni; la scarsità d'acqua colpirebbe una cifra compresa tra 1 e 4 miliardi di persone ai quali andrebbero aggiunte 150-550 milioni di persone a rischio di fame e 1-3 milioni di vittime della malnutrizione. Alcuni modelli predicono poi l'inizio del collasso della foresta Amazzonica, il rischio di collasso della banchina polare occidentale, l'"impazzimento" delle correnti calde che attraversano l'oceano Atlantico e bruschi cambiamenti nei cicli monsonici.

    + 4 gradi. La situazione si farebbe ancor più drammatica. I raccolti agricoli in Africa crollerebbero di un 15-35 per cento. Alle cifre fornite nei casi precedenti andrebbero aggiunti altri 80 milioni di persone esposte ai rischi di malaria, perdita di circa metà della tundra artica.

    + 5 gradi. E' un quadro catastrofico con la possibile scomparsa dei ghiacciai himalayani e il conseguente scarsità di acqua per circa un quarto della popolazione cinese e una buona fetta di indiani. L'ulteriore aumento nell'acidità degli oceani potrebbe stravolgere gli ecosistemi marini, compresa la disponibiltà di pesce. L'innalzamento del mare raggiungerebbe un livello tale da minacciare molte isole minori e vaste area costiere, comprese quelle della Florida e grandi città come New york, Londra e Tokyo.


    Siccità, malaria e pesci tropicali
    il clima in Italia sta già cambiando


    Dossier di Legambiente sui primi effetti del riscaldamento globale nel nostro Paese
    "Più decessi per il caldo estremo, tornano malattie scomparse e ne arrivano di nuove"
    In concomitanza con la conferenza di Nairobi appello a Prodi per un impegno maggiore."Nella lotta contro le emissioni di gas serra serve un'inversione a U"


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    - Quando si parla di cambiamenti climatici spesso si pensa alle catastrofiche conseguenze che avremo di fronte alla fine del secolo, ma i guai non arriveranno tutti insieme. L'aumento medio delle temperature (in Italia dal 1986 +0,4 gradi al nord e +0,7 al sud) sta già provocando un crescente numero di danni. Soprattutto nel nostro paese, delicata terra di confine tra due diversi ambienti climatici: la zona temperata a settentrione e quella subtropicale a meridione. Per questo è quanto mai urgente agire il più in fretta possibile per contrastare il fenomeno.

    A lanciare l'ennesimo allarme è stata oggi Legambiente, che in concomitanza con la conferenza internazionale sul clima in corso a Nairobi, ha voluto illustrare gli effetti già in atto. In Italia, ha ricordato il direttore generale dell'associazione ambientalista Francesco Ferrante, "arrivano malattie importate dall'Africa, animali e piante tropicali attaccano la nostra biodiversità, si intensificano alluvioni e siccità, compaiono le prime aree semi-desertiche". "In Europa - ha sottolineato ancora Ferrante - dovremmo essere i più pronti e reattivi nello sforzo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, che sono la causa principale di questi sconvolgimenti e che derivano in larga misura dalla combustione di petrolio e gas nell'industria, nel settore residenziale, nei trasporti e in particolare nel trasporto su gomma".

    I segnali non sono però incoraggianti. "Finora - ha ricordato ancora il direttore di Legambiente - siamo stati la 'maglia nera': dal 1990 le nostre emissioni di anidride carbonica dovrebbero ridursi del 6,5% entro il 2012, ad oggi sono cresciute di quasi il 15%. Serve una decisa conversione a U, il nostro appello al governo Prodi è di consolidare e potenziare nei prossimi mesi i positivi segni di svolta di questo inizio di legislatura". Legambiente ha quindi fornito un quadro dettagliato delle trasformazioni già in atto in Italia.

    Caldo anomalo. Il primo e più diretto danno sanitario prodotto dai mutamenti climatici è legato all'aumento della mortalità che si registra in occasione delle più acute ondate di calore. Nell'estate 2003, quando da luglio a settembre la temperatura ha superato di 4/5 gradi la media stagionale, in Italia si registrarono il 14,5% di decessi in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

    Torna la malaria. Va poi aggiunto il pericolo rappresentato dal ritorno di malattie che si ritenevano debellate e dall'arrivo di altre che in precedenza il nostro clima relativamente fresco teneva lontane. Il primo caso è quello della malaria. Nel 1970, l'Europa venne dichiarata dall'Oms area libera dalla malaria. Negli ultimi anni si è registrata una recrudescenza di casi autoctoni, per ora sporadici, concentrati in aree che fino a pochi decenni fa erano altamente malariche. Questo ha fatto ipotizzare che una stabilizzazione degli aumenti di temperatura potrebbe determinare anche nel nostro Paese una ripresa endemica della malaria.

    Nuove malattie. Per quanto riguarda le nuove patologie, sta invece rapidamente crescendo il numero di casi italiani di leishmaniosi viscerale umana, infezione trasmessa da piccolissimi insetti che per effetto dei mutamenti climatici prolungano i periodi di attività e colonizzano territori finora immuni. Fino al 1990 si registravano meno di 50 casi all'anno, dal 2000 i casi annuali sono più di 150.

    Anche il bestiame in pericolo. Anche nel campo delle patologie animali, i mutamenti climatici stanno importando in Italia malattie tipicamente africane: come la "lingua blu", infezione virale che colpisce tutti i ruminanti, presente dal 2000 in Sardegna, nel Lazio, in Toscana, in Basilicata, in Sicilia, in Calabria.

    Alluvioni e siccità. Negli ultimi sessant'anni l'Italia è stata colpita da sei grandi alluvioni autunnali: ben quattro concentrate negli ultimi quindici anni. Sei sono stati anche i periodi di grave siccità (meno di 360 mm di precipitazione media annua), quattro dei quali posteriori al 1990 (1993, 2000, 2001, 2003). L'intensificarsi degli eventi meteorologici estremi è proprio una delle principali conseguenze attese dai mutamenti climatici.

    Desertificazione. In Italia sta arrivando il deserto. Si stima che negli ultimi vent'anni siano triplicati i fenomeni di inaridimento del suolo, legati alla cementificazione e all'eccessivo sfruttamento agricolo del suolo, al dissesto idrogeologico ma anche ai cambiamenti del clima: oggi oltre 10 milioni di ettari, pari a un terzo del territorio nazionale, sono a rischio desertificazione. Le regioni più colpite sono la Sardegna, la Sicilia e la Puglia, dove oltre l'80% del territorio è interessato dal problema, ma la desertificazione non risparmia nemmeno le regioni del centro-nord: in Emilia Romagna quasi 700 mila ettari sono in pericolo (31% del totale), in Piemonte 500 mila (19%).

    Pesci tropicali. Ormai il 20% delle specie di pesci presenti nel Mediterraneo è "importata". Con il riscaldamento delle acque, sono arrivate diverse nuove specie dal Mar Rosso, come il Pesce flauto e il Siganus luridus. Altre specie immigrate sono i barracuda Sphyraena chrisotaenia e Sphyraena flavicauda, vari tipi di ricciola, il granchio Percnon gippesi. Un altro fenomeno in crescita è il rapido spostamento verso nord degli areali di diffusione di specie indigene: per esempio l'Aguglia imperiale è sconfinata dai suoi mari tradizionali (Ionio, basso e medio Tirreno) fino al Mar Ligure.

    LA REPUBBLICA

    DAI MARI AL CLIMA LE TABELLE DELL'ALLARME


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    Il grafico allegato al rapporto Ipcc mostra l'incidenza dei vari fattori nel riscaldamento (in rosso) del pianeta e nel raffreddamento (blu). Il valore maggiore, il primo dall'alto, è quello legato alle emissioni di CO2 dovute alle attività umane. Subito sotto il peso degli altri gas serra. I fattori di raffreddamento sono invece legati agli aerosol che riflettono i raggi solari.

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    Il grafico mostra l'andamento dell'aumento della temperatura media nel corso degli anni continente per continente e diviso tra temperatura globale, degli oceani e della superficie terrestre. Fonte Ipcc

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    I tre possibili scenari sull'aumento della temperatura sia nel breve periodo che entro fine secolo. Fonte Ipcc

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    Il grafico mostra il percorso verso l'entrata in un "nuovo sistema climatico" attraverso le curva di distribuzione di probabilità (tipo gaussiana) che si sposta nel corso degli anni insieme all'aumento della temperatura media. Come si vede, andando verso destra (aumento delle temperature medie) lo spicchio rosa che indica fenomeni di grande caldo aumentano drasticamente e fa la sua comparsa anche lo spicchio rosso, che indica fenomeni di caldo estremo. (fonte Ipcc)

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    La mappa mostra come il cambiamento della pressione sull'Atlantico e la circolazione dei venti incide sulla media delle precipitazioni, portando un surplus sull'Europa settentrionale e siccità su quella mediterranea. Fonte Ipcc

    [IMG]rapporto-onu-grafici/esterne292247002901224946_big.jpg[/IMG]L'innalzamento del livello del mare espresso in millimetri nel corso degli anni. Fonte Ipcc

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    Tre tra i fenomeni che preoccupano di più i climatologi messi a confronto: temperature in aumento, livello del mare che si innalza, precipitazioni nevose e presenza del manto nevoso in picchiata. Fonte Ipcc



    La Repubblica
     
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  2. stemarino
     
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    si la situazione è grave e non ci decidiamo ad aprire gli occhi. la settimana scorsa a milano mi sono imbattuto in un'iniziativa interessante degli amici della terra che rimandava ad un blog www.lacittasoffoca.it
    é confortante sapere che c'è qualcuno come noi che non si accontenta di restare a guardare.

     
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  3. gywrzizcsy
     
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    am having a diffivult time seeing ykurblog in Safawri 3.8, I just figured I might tell you about it.

    <a href="http://photosphereyoutube.blogspot.com/2010/03/moco-youtube.html
    ">this luno
     
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2 replies since 5/2/2007, 10:25   670 views
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