Tenta di uccidere il figlioletto adottivo

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  1. nikka
     
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    .DA http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/1...iterbo-2242393/

    ..La donna è stata arrestata per tentato omicidio e lesioni gravi. Da novembre era la madre adottiva
    E' stato il bambino, ancora in prognosi riservata, a raccontare la dinamica dell'aggressione.Mamma mi picchiava e urlava ti ammazzo"Dopo averlo colpito alla testa, provocandogli un taglio dalla fronte alla nuca, gli ha lesionato il fegato
    Lei si difende: "Investito da auto pirata". Gli assistenti sociali: "Seguiamo tutte le adozioni, caso inverosimile"

    VITERBO - Una donna nigeriana, di circa 50 anni, è stata arrestata dalla polizia a Viterbo con l'accusa di tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti di un bambino di cinque anni. Le indagini della Squadra mobile diretta da Fabio Zampaglione erano partite una decina di giorni fa dopo che all'ospedale di Belcolle era stato portato un bambino in condizioni gravissime, insanguinato e con lesioni al fegato e alla testa. La donna, da novembre era ufficialmente la madre adottiva del bambino, orginario del Burkina Faso.

    Il 2 febbraio, dopo aver portato il bambino in una strada di campagna lungo la provinciale Tuscanese alle porte di Viterbo, lo aveva colpito con un oggetto contundente alla testa, provocandogli un profondo taglio dalla fronte alla nuca e poi gli aveva lesionato il fegato. Alla fine aveva fatto manovra con l'auto per allontanarsi e lasciare il piccolo in fin di vita disteso sulla strada sterrata.

    Un passante aveva notato il corpo e aveva chiamato il 113, segnalando di aver visto un bambino riverso in una pozza di sangue sulla strada che conduce dalla statale a una casa privata. La madre a quel punto era tornata indietro e l'aveva portato in ospedale con la propria auto. Il racconto dell'accaduto però aveva insospettito gli agenti della mobile: "E' stato investito - aveva detto la donna - doveva fare la pipì, l'ho fatto scendere, sarei ripassata subito dopo", ma era apparso del tutto inverosimile che un bimbo così piccolo potesse essere stato lasciato da solo, al buio, in una strada di campagna. La polizia aveva quindi sequestrato la macchina della donna e, per scrupolo, anche quella del testimone. Nessuna delle due vetture presentava segni di impatto o di trascinamento.

    Il piccolo, portato prima al pronto soccorso del Belcolle e poi trasferito in eliambulanza al Gemelli, solo due giorni fa è riuscito, grazie al lavoro di un gruppo di neuropsichiatria infantile e con un interprete, a mimare con una piccola lavagna e un orsacchiotto di peluche l'aggressione e i colpi che gli erano stati inferti. Mentre parlava, picchiava con la lavagna l'orsacchiotto alla testa e al corpo. L'oggetto con il quale è stato ridotto in fin di vita non è stato ancora trovato. Secondo gli investigatori potrebbe trattarsi di un grosso sasso.

    Così è stato proprio lui a dire di aver fatto quella sera "una marachella" e per questo di essere stato percosso violentemente dalla mamma che lo avrebbe sbattuto più volte in terra e colpito procurandogli gravi lesioni alla testa e agli organi interni, soprattutto al fegato: "ti ammazzo, ti ammazzo" gridava la madre durante l'aggressione. Il bambino ora si trova nel reparto terapia intensiva del policlinico romano. Ha subito gravi lesioni alla testa e in altre parti del corpo. Secondo i medici che lo hanno in cura le sue condizioni sono in via di miglioramento, ma la prognosi è ancora riservata.

    La donna è stata portata nel carcere femminile di Civitavecchia con l'accusa di tentato omicidio e lesioni gravi. Nigeriana, è in Italia da oltre vent'anni ed è sposata a un noto professionista viterbese che al momento del fatto era ricoverato in ospedale per un intervento chirurgico. Il bimbo, originario del Burkina Faso, è stato adottato dalla coppia in novembre ma è da chiarire se fosse già in un istituto italiano. La mamma, al momento del fermo, è chiusa in un mutismo assoluto e davanti al pm si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il marito ha riferito agli inquirenti la versione che la moglie gli aveva raccontato, e cioè che il bambino fosse stato travolto da un'auto pirata mentre si trovava sul ciglio della strada dove lei aveva momentaneamente fermato l'auto per fargli fare pipì. L'uomo è rimasto esterrefatto apprendendo dell'accusa. Ai poliziotti ha raccontato di non saper dare alcuna spiegazione al fatto, anche perché, insieme a lui, la donna aveva fatto molti sacrifici per adottare il bimbo.

    Uno degli aspetti più inquietanti è proprio quello legata all'adozione, visti gli stringenti parametri imposti alle coppie candidate dalla legge italiana e la prassi di monitoraggio che segue ogni nuova famiglia. "Non possiamo dire nulla sul caso specifico. Ma la storia ci sembra inverosimile. Il nostro ufficio segue costantemente le coppie che ottengono le adozioni e il tribunale dei minori di Roma è estremamente rigido nei controlli", dicono le assistenti sociali del comune di Viterbo. "Il nostro servizio è molto organizzato, non abbiamo carenza di personale e riusciamo a controllare tutte le posizioni, da quando vengono avviate la pratica di adozione, all'arrivo del bambino o della bambina adottati, all'ambientamento nella nuova famiglia. Se ci fosse qualcosa che non va ce ne accorgeremmo". Secondo le assistenti sociali, il caso del bambino arrivato nel novembre 2009 dal Burkina Faso, se confermato dalle indagini, sarebbe assolutamente inaspettato e grave. "Le adozioni recenti, qual è quella del bambino malmenato - hanno spiegato - sono seguite quasi giorno per giorno. E' molto difficile che una situazione di sofferenza possa sfuggire. Non possiamo che aspettare l'evoluzione dell'inchiesta della magistratura prima di esprimere opinioni".
     
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0 replies since 24/2/2010, 06:19   27 views
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