Scopri l'età del tuo cervello,il videogioco per gli over 50

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  1. andychow
     
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    Creato da un neuroscienziato in Giappone, dove ha avuto un boom, sta per arrivare in Usa e in Europa.
    Dai quiz al Sudoku, così si allenano i neuroni
    di ENRICO FRANCESCHINI - LA REPUBBLICA

    Ragazzini che non alzate mai la testa dai videogiochi, attenzione, presto potreste ritrovarvi con degli accaniti rivali: i vostri nonni. Dal paese che vende più videogames al mondo (il Giappone), uno dei giganti dei giochi elettronici (la Nintendo) sta infatti per invadere il resto del pianeta con un videogioco che non solo si rivolge a giocatori dai 45 anni in su, ma promette pure di farli diventare più intelligenti, rallentando l'effetto dell'invecchiamento sul cervello e addirittura limitando i danni di malattie come il morbo di Alzheimer.

    Denominato "Brain Training for Adults" (Allenamento del cervello per adulti), il nuovo passatempo ha avuto un travolgente successo a Tokyo, vendendo più di tre milioni di esemplari dal maggio scorso; e la nuova versione, "Brain Academy", appena introdotta, va a ruba al ritmo di mezzo milione di copie alla settimana. Il mese prossimo il gioco sbarcherà negli Stati Uniti e in giugno arriverà in Europa, dove la Gran Bretagna (secondo paese della terra per numero di videogames venduti) lo aspetta col fiato sospeso: il "primo videogioco per anziani", come lo presenta il quotidiano Guardian, potrebbe rivoluzionare l'idea del tempo libero per la generazione dagli "anta" in su. Addio bocciofila e partita a tresette, finiremo dunque tutti, come i nostri figli e nipoti, con la testa chinata sulle micidiali macchinette luminose?

    Alcuni di noi, secondo le statistiche, ci sono già finiti: il 30 per cento dei videogames vengono acquistati da persone tra i 20 e i 35 anni, non proprio brufolosi adolescenti, insomma. Ma il mercato, che nel 2005 ha fatturato la prodigiosa cifra di 20 miliardi di euro e cresceva del 20-30 per cento annuo, comincia a frenare, perché evidentemente tra ragazzini e venti-trentenni ha già raccolto tutto quello che poteva raccogliere. Per questo le grandi aziende del settore cercano nuovi territori: il pubblico femminile, per esempio, da sempre meno entusiasta di quello maschile verso i videogiochi; e gli adulti maturi, gli anziani insomma, i pensionati. "Brain Training" e "Brain Academy" sono le prime iniziative in questa direzione.

    Il dubbio è: simili giochi fanno veramente bene al cervello? Non tutti sono d'accordo. Ruyta Kawashima, il 46enne creatore dei due giochi della Nintendo (e di innumerevoli libri analoghi, da tempo best-sellers in Giappone), stimato neurologo della Tohoku University, giura di sì, sostenendo di avere la prova che anche solo pochi minuti al giorno passati a esercitare una determinata regione del cervello permettono benefici e miglioramenti.

    Altri ricercatori sono scettici. "Non esiste un solo studio che confermi la sua tesi", dice Torkel Klinberg del Karolinska Institute di Stoccolma. "Magari questi giochi ti fanno diventare più bravo al Sudoku, ma solo in quello", gli fa eco Guy Claxton della Bristol University. Ma non si gioca per diventare più intelligenti, come qualunque bambino potrebbe confermarci: si gioca per giocare. La consolazione di genitori e nonni è che, se diventeranno bravi al "Brain Training", forse troveranno qualcosa di nuovo da fare insieme a figli e nipoti.
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0 replies since 8/3/2006, 11:27   19 views
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